«La sfida lanciata da Covid-19 alla società e all’economia regionali ha avuto l’effetto di arrestare la crescita del terziario, colpendo soprattutto il turismo e il commercio, mentre il buon andamento dei servizi alla persona e alle imprese ha consentito il contenimento delle perdite. L’effetto definitivo, su base annua, è ancora incerto, ma difficilmente si potrà recuperare la contrazione delle unità locali e delle assunzioni. Un recupero, anche alla luce dei dati recenti che certificano un preoccupante ritorno del virus, si potrà avere probabilmente solo nella seconda metà del 2021».
Lo dice Alessandro Minello, coordinatore scientifico di EbiComLab, il centro studi che ha elaborato, per conto di Confcommercio Veneto, i dati sullo “stato di salute” del settore terziario in Veneto.
Un dato per tutti: durante il lockdown, le imprese del terziario regionale calano complessivamente di 311 (-0,1%) unità locali: -1.191 nel commercio (-1%) e -147 nel turismo (-0,3%); mentre i servizi aumentano di +1.027 unità locali (+0,7%).
L’effetto Covid appare più evidente nel settore commerciale del “Moda-Fashion” (-2,3%), in quello turistico delle “Agenzie di viaggi e tour operator” (-1,9%) e della “Ristorazione” (-0,6%).
Tra i servizi, crescono le attività dei “Servizi di pulizia” (+3,7%), di “Ricerca e sviluppo” (+3,1%) e gli “Istituti di mediazione creditizia” (+2,2%). Al 30 giugno 2020, gli imprenditori attivi sono 400.239 (+0,2% rispetto al 31 dicembre 2019) nel territorio regionale.
Nonostante il lieve aumento registrato da inizio anno, il tessuto imprenditoriale del Veneto continua ad invecchiare: anche in questo semestre, crescono solo gli imprenditori dai 50 anni in su (+4,1%), mentre sono nuovamente in calo i giovani under 30 (-11,7%).
Nel primo semestre di quest’anno, le assunzioni di lavoro dipendente diminuiscono del -39,6%. Al 30 giugno, si registra un saldo occupazionale di -8.705 posti di lavoro.