Dopo gli attacchi massicci del 2020 e 2021 la cimice asiatica, l’insetto in grado di distruggere interi raccolti di frutta, sembrava sconfitta anche grazie all’introduzione, da parte della Regione Veneto, della Vespa Samurai come insetto antagonista. Con l’arrivo dei primi caldi, quest’anno, però la cimice è ricomparsa e si teme che una forte presenza possa comportare possibili nuovi attacchi massicci.
«Abbiamo notato una presenza importante rispetto a uno, due anni fa, e questo ci preoccupa non poco – spiega Stefano Musola, presidente sezione frutticoltura di Confagricoltura Venezia. – La cimice fino all’estate scorsa era stata poco presente, ma ora siamo in allerta e dobbiamo monitorare costantemente la situazione per evitare che si arrivi nuovamente a gravi danni alla produzione di frutta».
La vespa samurai (trissolcus japonicus; ndr) è un parassitoide che attacca le uova della cimice. La sua introduzione anche nel nostro territorio, da parte della Regione Veneto, ha avuto l’obiettivo di contribuire al controllo biologico della cimice asiatica che nel 2020 e 2021, in conseguenze anche a una eccezionale capacità riproduttiva, aveva messo completamente in ginocchio la produzione di pere nel veneziano e in generale aveva prodotto conseguenze molto pesanti per tutto il settore frutticolo nelle regioni del Nordest.
«Al momento però è difficile capire l’effettiva efficacia della vespa samurai – precisa Musola. – Nella mia azienda utilizziamo anche delle reti di protezione, ma di fronte a potenziali attacchi massicci, non bastano. Ora la difficoltà è capire i numeri di diffusione della cimice e se gli attacchi si presentano in modo ciclico o se mezzi, come l’introduzione della vespa samurai, sono davvero efficaci».
L’alternativa, supportata anche da studi universitaria, è l’uso di trappole per cimici basate sui feromoni femminili di questi insetti. Basta un foglio liscio e adesivo, esposto nel frutteto, cosparso di feromoni, cioè di sostanze segrete da ghiandole di cimici femmine, che attraggono i maschi. Le cimici maschio arrivano, rimangono “incollate” sul foglio e muoiono. Si interrompe o si limita così fortemente il ciclo riproduttivo di questa specie.
I meleti nella provincia di Venezia occupano circa 1300 ettari su un totale di 18mila nel Veneto.
L’azienda agricola di Stefano Musola si trova nella zona di Portogruaro e sono 25 gli ettari coltivati a mele di diverse varietà.
«Ogni anno produciamo circa 15mila quintali di mele di una decina di varietà diverse, per ora il mercato sembra procedere con serenità, ma le variabili restano ancora molte – continua Musola. In Veneto si producono molte varietà di mele più di cui una delle più pregiate è la Pink Lady varietà club che mantiene un prezzo molto buono negli anni che si aggira sui 50-60 centesimi al kilo; poi ci sono altre varietà che risentono molto delle variazioni di mercato, come la mela Gala venduta, in certe annate, anche a 25 centesimi al chilo, praticamente a prezzo di costo di produzione. Il problema dei produttori di frutta, come di tanti altri imprenditori agricoli, è quello di non riuscire ad essere abbastanza forti nella contrattazione con le imprese di trasformazione e con la grande distribuzione».