Un unico tappeto umano orogranata. Migliaia le persone che questa sera sono arrivate in Piazza Ferretto per festeggiare lo scudetto che l’Umana Reyer Venezia ha conquistato dopo 74 lunghissimi anni d’attesa. Una vittoria conquistata sul campo battendo Trento in gara 6.
Arrivati con quasi un’ora e mezzo di ritardo sulla tabella di marcia sul palco del Roxy Bar allestito davanti all’ex cinema Excelsior, staff e squadra si sono trovati davanti una marea di magliette, sciarpe e bandiere orogranata.
A chiamare sul palco staff e giocatori (assenti Haynes, Peric, Ejim che oggi si sposa, e Bramos che è diventato per la seconda volta papà), accompagnato dai cori della piazza, lo speaker del Taliercio Steve Giants.
Dal palco ringraziamenti di rito dal presidente Federico Casarin: “Raccontarvi le emozioni vissute in questi giorni – ha detto commuovendosi quando parla della famiglia – è impossibile… è troppo! È la fine di un percorso iniziato 11 anni fa. Grazie a tutti, ai tifosi, a chi lavora dietro le quinte e non ha la fortuna di guardarvi in faccia. Ai giocatori. A Walter: grandissimo allenatore, uomo e amico vero. E poi al nostro sindaco, il patron, una persona che ha creduto in questo progetto quando nessuno ci credeva. Ha sempre creduto in noi e in questa città. Uniti e compatti possiamo vincere: Venezia può vincere in Italia e in Europa”.
Poche commosse parole anche per coach Walter de Raffaele: “Questi siamo noi – ha detto – siamo realmente così, lo siamo stati anche nei momenti difficili”.
Ultimo a salire sul palco, il sindaco e patron Luigi Brugnaro, ormai senza voce dopo una lunga giornata di festa, prima in Piazza San Marco poi in terraferma. “Questo scudetto – ha sottolineato – è per voi, per le persone deboli, per i bambini, per chi non ha lavoro, per la città. I risultati si ottengono lavorando insieme, uniti. E così deve fare anche questa città”. Poi, rispondendo al coro della piazza, urla convinto: “Il palazzetto lo faremo, eccome se lo faremo!”.
La festa, una bella festa, in piena sicurezza, con tanti bambini, finisce tra bottiglie di prosecco, ma solo sul palco, coriandoli e l’immancabile We are the champions. E questa volta “I campioni dell’Italia siamo noi!”.
Chiara Semenzato