Le piogge di aprile e anche di questo inizio di maggio rischiano di mettere in grave difficoltà le produzioni agricole anche nel nostro territorio.
“Pioggia e freddo stanno rallentando e complicando le fasi di semina e crescita delle più importanti coltivazioni, in particolare di seminativi – spiega Lino Bortolato, direttore operativo dell’azienda agricola Romanin che conta 160 ettari nella località di Zianigo di Mirano. – Per il frumento si può prevedere una perdita anche fino al 50% sul raccolto di quest’anno e per noi che produciamo colture in completo regime biologico, la perdita potrebbe essere ancora maggiore. Un esempio? L’anno scorso abbiamo prodotto 62 quintali di frumento per ettaro, ma quest’anno sarei felice di arrivare a 30 per ettaro! Il frumento è giallo, perché non riusciamo a sostenerlo e nutrirlo con la concimazione organica, cioè con digestati liquidi, a causa delle piogge: non è possibile infatti entrare nei campi con mezzi pesanti che affondano letteralmente nel terreno”.
Dei 160 ettari coltivati, la maggior parte è destinata a seminativi: frumento tenero, soia, mais, barbabietola da zucchero, girasole, colza, pisello proteico, erba medica, mentre oltre 3 ettari sono destinati a vigneto della varietà glera prosecco doc: la produzione biologica è certificata da Icea. Ma il meteo può fare la differenza tra una partita vinta e una partita che si gioca costantemente sul filo del rasoio e dal risultato assolutamente incerto.
“Uno dei problemi maggiori per la coltivazione biologica è rappresentato dalle erbe infestanti – continua Bortolato. – Noi corriamo il rischio di vedere i nostri campi invasi da erbacce, se non interveniamo tempestivamente con tecniche utilizzate per limitarne la presenza. Oltre ad impiegare macchine specializzate per il diserbo meccanico sulla coltivazione già in fase di sviluppo, di solito procediamo con due “false semine” prima di procedere con la vera semina del prodotto coltivato. Ad esempio, nel caso specifico del mais già un mese fa avremmo dovuto iniziare la “falsa semina” che consiste nel preparare il terreno, attendere che le erbacce spuntino e poi rivangare il terreno di fatto estirpando anche le erbe infestanti. Si dovrebbe procedere così per due volte per poi lasciare il campo libero per la vera semina e la crescita del mais. Le piogge però ci impediscono di fare le “false semine” per cui siamo già in grave ritardo. Rischiamo di piantare il mais a maggio inoltrato (senza le dovute false semine precedenti) e riducendo il tempo di esposizione della pianta alla luce solare per il ritardo accumulato. Se permangono un contesto di terreno bagnato per la pioggia e un clima freddo fino a metà maggio, avremo comunque una semina in condizioni difficili con le radici della pianta che restano più in superficie e sono quindi meno forti, e dovremo affrontare così poi improvvisamente l’arrivo del gran caldo e della successiva siccità”.
E la vigna? “In un vigneto biologico come il nostro, che produce uva della varietà glera per il prosecco doc, possiamo usare solo rame e zolfo per prevenire le malattie fungine – aggiunge Bortolato. – Il rame è una sostanza con funzione preventiva, che va data però prima della pioggia, ma se piove sempre bisognerebbe darlo di continuo, perché non venga dilavato, quindi si aspetta che smetta di piovere, sperando che l’attacco fungino non parta prima”.