Negli ultimi cinque anni sono stati attivati in Veneto circa 200.000 tirocini, con un picco di 47 mila nel 2017 e un netto calo nel 2020 per le sospensioni dovute all’emergenza Covid-19. Il 76% dei tirocinanti ha trovato lavoro entro un anno dalla conclusione del tirocinio, nella metà dei casi nella stessa azienda.
Lo segnala Veneto Lavoro, che ha raccolto e diffonde i più aggiornati dati regionali sul tirocinio, o stage, cioè su un’esperienza formativa temporanea che si svolge in situazione lavorativa, ma che non costituisce rapporto di lavoro. Lo stage, infatti, coinvolge tre soggetti (tirocinante, soggetto ospitante e soggetto promotore) ed è regolato da un progetto formativo individuale che stabilisce diritti e doveri reciproci, nonché il dettaglio degli obiettivi, delle attività e dei contenuti del tirocinio.
Sono oltre 40 mila i tirocini attivati ogni anno in Veneto da più di 20 mila aziende, con un costante e significativo aumento nel corso degli anni. Di questi, circa 30 mila sono tirocini di inserimento e reinserimento lavorativo rivolti a disoccupati e occupati alla ricerca di una nuova occupazione.
Secondo i dati dello studio condotto dall’Osservatorio di Veneto Lavoro sui tirocini extracurriculari in regione, tra il 2008 e il 2019 si è passati da 16 mila a oltre 40 mila tirocini attivati, con un picco massimo di oltre 47 mila tirocini nel 2017 e una significativa battuta d’arresto nel 2020 a causa delle misure adottate per il contenimento dell’emergenza Covid-19, tra le quali la momentanea sospensione dei tirocini in essere e il blocco di nuove attivazioni.
I tirocinanti sono generalmente persone giovani, perlopiù di età compresa tra i 20 e i 24 anni, di cittadinanza italiana e con un titolo di studio medio-alto (diploma o laurea). Negli ultimi anni tuttavia, anche a seguito delle nuove normative che, a partire dal 2017, hanno esteso la platea dei tirocinanti, sono aumentati anche i soggetti adulti (+16% tra il 2016 e il 2019) e gli over 55 (+81%). A cercare tirocinanti sono prevalentemente aziende di piccole dimensioni, molte delle quali nel corso dell’anno assumono un tirocinante senza ricorrere all’assunzione di altri lavoratori.
Il tirocinio si rivela un efficace strumento di inserimento lavorativo e, soprattutto per i giovani, la porta d’ingresso nel mondo del lavoro. Ad un anno dalla sua conclusione il 76% dei tirocinanti trova lavoro o attiva un nuovo stage, il 46% entro il primo mese. Spesso l’assunzione arriva nella stessa azienda che li ha ospitati, prevalentemente con contratto a tempo determinato o di apprendistato, coerentemente con la giovane età dei tirocinanti.
I Centri per l’impiego rivestono un ruolo centrale nell’attivazione dei tirocini. Dai servizi pubblici per l’impiego, in qualità di soggetti promotori, parte infatti quasi la metà di tutti i tirocini attivati in regione, con picchi del 93% per quelli estivi. Tra il 2016 e il 2019 i CPI hanno attivato complessivamente 68.800 tirocini extracurricolari sui 144 mila totali. A seguire, gli operatori accreditati (28%) e la Fondazione dei consulenti per il lavoro (11%). Marginale il ruolo degli altri attori coinvolti (Cooperative sociali, università, scuole, Ulss ecc).
Il tirocinio è particolarmente diffuso per figure professionali qualificate dei servizi (principalmente attività commerciali e turistiche), ma anche figure tecniche e impiegatizie, mentre più raramente il tirocinio riguarda le basse qualifiche. Riguardo al peso dei tirocini rispetto ad altre tipologie contrattuali spiccano invece professioni quali ricercatori universitari e altre figure professionali di tipo intellettuale (chimici, fisici, matematici, ingegneri, architetti, biologi, agronomi, veterinari, specialisti in scienze giuridico-sociali) e quelle tecniche (rapporti con i mercati, distribuzione, finanza, gestione aziendale, costruzioni, informatici, statistici).
Il tirocinio risulta meno frequente nei territori a prevalente vocazione turistica e più utilizzato in quelli manifatturieri. Le province con i numeri più elevati sono infatti Padova (9.500 tirocini medi annui), Treviso (8.500) e Vicenza (8.000), che insieme raccolgono il 60% degli stage complessivi. Seguono Verona e Venezia (6.000 tirocini ciascuno) e le province più piccole di Rovigo (2.000) e Belluno (1.000). Ad esempio, nei Centri per l’impiego di Pieve di Cadore (BL), Jesolo (VE) e Affi (VR), situati in territori a forte caratterizzazione turistica e stagionale, ogni 100 assunzioni con contratto di lavoro dipendente si arriva al massimo a due attivazioni di tirocini, mentre a Conselve (PD), Bassano del Grappa (VI) e Schio-Thiene (VI), più manifatturieri, si registrano fino a dieci stage.