Le piogge abbondanti verificatesi tra maggio e giugno e anche in questi primi giorni di luglio hanno scongiurato il fantasma di una siccità grave come quella dell’anno scorso. Tuttavia, qualche problema l’hanno creato ai raccolti di grano, che ha sofferto per l’eccesso di umidità e per alcune grandinate. Migliore, invece, è la situazione attuale per mais e soia, anche se l’estate è agli esordi ed è troppo presto per fare previsioni attendibili.
Oltre che con gli effetti del meteo, l’agricoltura veneziana deve fare i conti anche con l’aumento dei costi di produzione e il crollo del prezzi, che contribuiscono, anche a livello nazionale, ad un calo complessivo di produzione e occupazione.
Tra il 2021 ed il 2022 nel territorio della provincia di Venezia, si è registrato un aumento di quasi 2 mila ettari della superficie coltivata a grano, che è passata rispettivamente da 17.394 a 19.205 ettari. Questo colloca la nostra provincia al terzo posto in Veneto per coltivazione di grano, come confermato dai dati Istat.
Molti agricoltori, infatti, avevano optato per la coltivazione di grano al posto del mais (che soffre molto la mancanza d’acqua), preoccupati che si ripetesse la pesante siccità dell’anno scorso. Tale scelta di sostituzione colturale è stata adottata in tutta la provincia ed in special modo nei territori come quello di Chioggia, che continua a subire le pesanti conseguenze della risalita del cuneo salino.
«Le piogge di primavera sembra abbiano portato un effettivo beneficio alle falde e alle semine, ma stanno anche creando problemi di qualità alle colture autunno-vernine come il grano, su cui, anche nel Veneziano, molti agricoltori avevano puntato per sfuggire alla siccità», spiega Stefano Tromboni, presidente di Confagricoltura Venezia. «Ora infatti stanno emergendo difficoltà a lavorare i terreni impregnati d’acqua e a fare i necessari trattamenti, tanto che ne è derivata l’insorgenza di malattie fungine. Per vedere come andrà davvero il raccolto di grano bisognerà attendere quindi ancora qualche settimana».