In base ai dati forniti dal Segretario Generale Fiscascat-Cisl del Veneto alla tavola rotonda di venerdì 19 ottobre al Centro pastorale “Cardinale Urbani” di Zelarino dal titolo “Valori, socialità, sviluppo nella programmazione delle aperture domenicali” <nei tre anni successivi – quindi dal 2012 al 2015 – all’introduzione del D.L. Salva Italia num. 201/2011 da parte del governo Monti, che ha portato la liberalizzazione totale degli orari e delle giornate di apertura e chiusura di negozi, attività e centri commerciali si è registrata la chiusura di circa 74 mila piccole e medie imprese commerciali e negozi. Inoltre si è avuto uno spostamento del 3,3% delle quote di mercato dagli esercizi commerciali minori a quelli della Grande Distribuzione, si è determinata una rimodulazione della spesa delle famiglie concentrata nei fine settimana, quando la gente è più libera e i centri commerciali possono tenere aperto di domenica potendo sostenerne i costi ma con turni lavorativi assurdi per i lavoratori>.
In base a ulteriori dati riportati al convegno dalla Fisascat risulta che gli occupati alla domenica in Italia sono quasi 3,5 milioni e sono pari al 19,8% del totale degli occupati.
La percentuale, suddivisa per settori lavorativi, mostra la netta predominanza di alberghi, ristoranti e turismo col 68,3% degli addetti impiegati di domenica; segue col 29,6% il commercio; poi con il 25,9% la Pubblica Amministrazione e il settore Sicurezza; col 23% istruzione e sanità; poi 22,7% trasporto e logistica/immagazzinaggio; 17,8% servizi collettivi alla persona; 16,1% agricoltura; 13,8% attività immobiliari di servizi e imprese; 11,7% settore informativo e comunicazioni; 8,2% l’industria nell’àmbito dei turni ciclici. (M.M.)