La solita Italia in bianco e grigio. E’ un quadro da “decadentismo” in atto quello che alla fine emerge dalle parole di Carlo Cottarelli, già commissario alla spending review sotto i governi Letta e Renzi, nel suo intervento a Mestre, al Circolo Veneto di Cesare Campa, giovedì 24 gennaio, nella serata dal titolo “L’Italia di oggi, l’Italia di domani”.
Con un ospite di tale caratura i temi toccati sono stati molteplici con una panoramica a tutto tondo sul desolante mondo italiano e il non troppo migliore quadro europeo di questa fase.
Si parte con le proteste dei gilet gialli francesi per capire cosa succede in Italia e nel Vecchio Continente a pochi mesi dal voto per le Europee. Nei Paesi occidentali la globalizzazione ha abbattuto gli stipendi, anche per via della manodopera a basso costo di India e Cina.
E ora le proteste iniziano ad arrivare in Europa. Per fortuna secondo Cottarelli la situazione non dovrebbe peggiorare per via della guerra dei dazi in corso tra Trump e la Cina, poiché sono ancora bassi. Diverso il quadro se invece aumentassero drasticamente.
Però in Italia il Pil sta calando (-0,1% nel terzo trimestre 2018). «La causa sono anche le liti con l’Europa che hanno fatto salire lo spread causando incertezza tra gli imprenditori, che per ora “congelano” ogni scelta» spiega Cottarelli. A ciò si aggiunga che anche altri Paesi europei cominciano a rallentare. La Germania è in leggera discesa (-0,2% nel terzo trimestre e forse negativo anche nel quarto con quella che sarebbe una piccola recessione tecnica). «E se loro rallentano, noi andiamo in recessione, che per l’Italia – aggiunge Cottarelli – è più difficile da sopportare perché siamo fragili a causa del debito pubblico molto elevato. Una crisi da noi scatena il panico e inizia a salire lo spread. E la crisi italiana poi si estende al resto d’Europa».
Marco Monaco