Da quest’anno i dépliant della Stagione di musica da camera e sinfonica del teatro Toniolo saranno distribuiti sistematicamente negli hotel di Mestre. Un segnale. Significa che ci si accorge sempre più di come la città stia cambiando e diventando luogo per turisti. Magari solo per dormirci, ma sempre più numerosi.
D’altronde, la nascita di tanti grandi alberghi e ostelli vicino alla stazione racconta questo cambiamento. Il fatto è che si corre un rischio: quello di prendere le stesse orme di Venezia. Cioè di perdere la città dei residenti, sostituita dal villaggio dei turisti.
Il che non nega che il turismo abbia i suoi lati buoni. Migliaia di veneziani, per esempio, sbarcano il lunario grazie ai visitatori. Ma la città abitata e vissuta stabilmente – da residenti, studenti e lavoratori non occasionali – è sempre più spoglia. E con essa la qualità delle relazioni del tessuto sociale.
Si vuole evitare che la “gramigna” veneziana attecchisca sempre più anche in terraferma? Il tempo ancora c’è. Ma se non ci si spiccia sarà il mercato a decidere.
Riconosciamolo: probabilmente saranno i nuovi alberghi e i tanti turisti a far spostare definitivamente un po’ più in là spacciatori e malavitosi da via Piave.
E con ogni probabilità il centro di Mestre vivrà una stagione di rinascita: il prossimo arrivo dell’M9 rivitalizzerà tutta l’area. Ormai c’è uno spazio grande, al centro di Mestre, pieno di cose belle e interessanti: varrà sempre più la pena, per i cittadini, di passarci qualche ora per passeggiare e fare compere.
Ma se non si reinventano i quartieri residenziali e non si stimola la nascita di nuovo lavoro, anche Mestre rischierà di spegnersi. Soffocata dalla “gramigna”, appunto. Con un bel centro e una grande periferia.