Dopo un anno di trattative Il Parlamento europeo ha approvato ieri, martedì 12 marzo, la direttiva EPDB (acronimo di Energy performance of building directive), norma destinata ad avere un impatto profondo sul patrimonio edilizio italiano. Tra gli obiettivi a medio termine, la riduzione del consumo di energia primaria del 16% per gli edifici residenziali entro il 2030; il 26% entro il 2033. Ad ora, non sono previsti incentivi, sconti in fattura e cessioni di credito.
«Siamo senz’altro concordi con la necessità di una riduzione sostanziale e veloce dei consumi per far fronte all’emergenza climatica e ambientale – commenta il Presidente CNA Veneto Moreno De Col – ma riteniamo che allo stato attuale la scadenza del 2030 sia un obiettivo sinceramente irraggiungibile per il nostro Paese».
«Basti pensare – prosegue De Col – che in circa 3 anni con il Superbonus che ha messo in campo risorse e strumenti, si è riusciti ad efficientare meno del 4% degli edifici con un risparmio energetico di poco più del 3%. Facendo le debite proporzioni ci vorrebbero almeno 5 Superbonus per raggiungere in soli 6 anni – da qui al 2030 – l’efficientamento previsto dall’Europa. Un obiettivo a nostro avviso troppo ambizioso e difficilmente raggiungibile».
«Non ci sono risorse – prosegue Moreno De Col – e, ad ora, non sono previsti altri strumenti quali cessione di crediti o sconto in fattura, mancano gli incentivi e per raggiungere il target previsto il limite temporale è troppo stretto. In più va considerato come il 2024 si preannunci come un anno di stallo per l’edilizia, con una previsione di calo a doppia cifra. Applicare la direttiva europea è senz’altro una possibilità per il settore ed un volàno positivo per lo sviluppo economico del nostro territorio, ma senza risorse e senza incentivi forti, in particolare per i privati, vediamo molto difficile raggiungere l’obiettivo nei tempi prefissati. Sono necessari analoghi strumenti per poter procedere in questa direzione e fare piani di previsione certi».