Un anno d’oro, quello in corso, per le carote prodotte nel Veneziano. Ancor di più per quelle prodotte nei mesi freddi e primaverili, poiché il freddo rigido di quest’inverno ha reso difficili le colture dei Paesi europei soprattutto al Nord. «Così abbiamo potuto vendere il nostro prodotto anche a 50 centesimo al chilogrammo. Ma l’anno scorso, invece, è andata male: si è scesi fino al 3 centesimo al chilo per via un inverno mite nell’Europa centrale», dice l’imprenditore agricolo di Chioggia Michele Bellan.
Il punto sulle carote veneziane è stato fatto da Confagricoltura Venezia. Chioggia resta la capitale della carota. La provincia di Venezia nel suo complesso è al secondo posto in Veneto (dopo Rovigo) per produzione e per area coltivata dedicata a quest’ortaggio. Le aree di Chioggia e Rosolina (Rovigo) da sole costituiscono il cuore della produzione veneta di carote, con 323 ettari a Rovigo e 225 a Venezia, e con una produzione rispettivamente di 152.000 quintali e 115.000 all’anno.
Molto dipende dalla stagione, quindi; e i cambiamenti climatici incidono in misura sempre più forte sui risultati. «L’investimento necessario per la coltivazione di 20 ettari – continua Bellan – è pari a circa 180 mila euro. E la spesa, per me agricoltore, per produrre un chilo di carote è di circa 15 centesimi. Inoltre si deve considerare che ogni raccolto presenta circa il 20% di prodotto di scarto, non commerciabile visto che potremmo dire che oggi “si mangia con gli occhi” e la grande distribuzione compra solo prodotti di un certo calibro e di bella apparenza, oltre che di buona qualità».
Il litorale di Chioggia presenta una microclima particolarmente favorevole alla coltivazione di ortaggi – ha affermato Giulio Rocca, presidente di Confagricoltura Venezia. Si tratta però di riuscire a garantire agli agricoltori una maggiore stabilità e continuità dal punto di vista commerciale ed economico.