«Quello che emerge è una precisa necessità di bilanciare tecnologia e dinamiche umane, business e persone, in modo armonico equilibrando le peculiarità aziendali con i requisiti organizzativi, le caratteristiche e le aspettative del personale, nel rispetto e in accordo con l’ambiente in cui l’azienda si inserisce».
È la conclusione cui arrivano Andrea Burlini e Massimiliano Moschin, autori del nuovo volume “Tecnologie e valutazione della performance delle risorse umane”, edito da Piazza Editore.
Andrea Burlini, commercialista e consulente aziendale a Mestre, e Massimiliano Moschin, sociologo e docente allo Iusve, l’università salesiana con sede alla Gazzera, hanno presentato la loro ricerca nel corso di una serata promossa dal Rotary Club Venezia Mestre. In una conversazione con Nunzio Casalino, docente di Organizzazione Aziendale all’Università Guglielmo Marconi di Roma, Maurizio Castro, già presidente dell’Inail e oggi commissario straordinario per la gestione della crisi della Speedline, Vito Rotondi, avvocato ed economista, e Luca Vignaga, amministratore delegato di Marzotto Lab, i due autori hanno proposto la questione di fondo: come trovare un’efficace armonia fra produttività aziendale e motivazione delle risorse umane nel tempo in cui la tecnologia entra con forza crescente anche nella misurazione delle performance dei lavoratori?
Nel volume vengono presentati e analizzati due casi. Uno è quello di Electrolux, «un’azienda – spiegano Burlini e Moschin – che è in una avanzata fase di questo percorso di integrazione fra aspetti organizzativi delle risorse umane e approccio tecnologico. Vuoi per la vocazione internazionale, vuoi per il mercato, Electrolux ha dovuto affidarsi a una dotazione tecnologica per gestire una notevole complessità, dovuta anche alla produzione specifica, riuscendo a gestire in modo ottimale questa unione fra fabbisogni informativi e organizzativi e supporto digitale per la misurazione e valutazione delle performance, mantenendo in ogni caso una componente relazionale e umana in questo processo valutativo».
Poi c’è il caso del gruppo Marzotto, che storicamente ha sempre legato risultati industriali e ascolto delle esigenze del personale: «In azienda – chiariscono i due autori – ci sono la convinzione e la consapevolezza che vi sia un legame stretto fra attività di business e persone. Questo legame è testimoniato dalla storia e dall’operato dell’impresa dalla sua fondazione ad oggi, quando non è ancora avvenuto uno stretto matrimonio con la tecnologia. Non è detto che questo debba per forza avvenire in tempi rapidi: per essere efficiente ed efficace questo percorso di integrazione deve innanzitutto partire dalla consapevolezza delle peculiarità aziendali, dalla conoscenza delle persone e da una chiara volontà di cosa potrebbe fare un sistema informativo orientato alle risorse umane, e soprattutto che tipo di risposte dovrebbe dare a quali specifici requisiti informativi».
La conclusione è tra le righe dell’indagine, ma esce anche esplicitamente: l’obiettivo è il raggiungimento di un equilibrio – continuamente mutevole e continuamente da conquistare – tra il necessario apporto dell’innovazione e la relazione umana con i collaboratori, che si traduce in ascolto delle esigenze reali e in risposta ai bisogni di fondo.
Giorgio Malavasi