In Italia ma anche in Veneto sono sempre di più le imprese guidate da persone con età avanzata e sempre meno quelle aperte da giovani. Un’eccezione in tal senso si ha ad esempio con la società di Mestre Like Events di Francesco Bovolenta, il cui titolare è presidente metropolitano dei Giovani imprenditori CNA di Venezia.
Like Events si occupa di social media marketing, pubblicità, content management, reputazione del marchio, loghi, brochure, cataloghi, biglietti da visita, servizi fotografici, video making, storyteling, realizzazione siti web, blog, e-commerce, Seo, newsletter.
«L’attività è nata dall’esigenza di strutturarsi partendo da alcuni singoli professionisti amici, che hanno deciso di mettersi insieme – spiega Bovolenta – ognuno con le proprie competenze. Il ragionamento fatto è che insieme si possa fare molto di più che singolarmente. Non sono l’unico socio, siamo in cinque adesso. La difficoltà maggiore nel creare l’impresa all’inizio è stata quella del flusso di cassa. Ovvero, appena aperti avevamo spese e anticipi di tasse, ma nel frattempo nessun introito per diversi mesi».
Bovolenta ha 39 anni e quindi – dati i tempi attuali – è giovane. Il che è un vantaggio perché ha energia e sincronia con i tempi (ad esempio se deve aprire uno spid per una qualche attività sa farlo) ed ha vissuto appieno la transizione digitale, che gli permette di conoscere l’ambiente e gli strumenti digitali.
Lo svantaggio dell’età giovane consiste invece nel fatto di essere in contatto con tante realtà portate avanti da persone anziane, dalle aziende alla pubblica amministrazione. «Si pensi ad esempio a quando io debba andare a vendere i miei servizi al piccolo imprenditore con mentalità padronale – spiega Bovolenta – e una cultura non digitale. Questa persona ragiona dicendo “ci penso io, faccio tutto io…” e non è abituato ad aprirsi e a vedere avanti. E quindi ti frena nella scelta di nuove tecnologie o nuovi servizi. Si fa sempre molta fatica con questi meccanismi desueti che portano a centralizzare senza aprirsi a visioni più ampie e lungimiranti e quindi si va a fare formazione prima ancora di vendere il servizio».
A livello di azienda Bovolenta spiega come durante il periodo del lockdown avrebbe voluto degli aiuti ma non ha ricevuto quasi niente e perciò, insieme ai soci, se l’è dovuta sbrigare da sé. L’impresa è stata esposta con i suoi soldi e per fortuna è composta da una struttura leggera, che ha permesso di stringere i denti e di andare avanti.
«Peccato che in giro vi siano sempre meno imprenditori giovani perché invece dovrebbero essere la base portante dell’imprenditoria di questo Paese», conclude Bovolenta. «Anche perché le energie mentali che uno può avere a 20, 30 o 40 anni non sono quelle che si possono avere a 60 o 70 anni. Inoltre le condizioni economiche attuali non aiutano i più giovani a tentare la via dell’imprenditoria: immaginiamo un giovane che prenda in affitto un locale a 2mila euro al mese ma all’inizio vende due cose e non ci sta dentro. Neppure le pratiche amministrative per aprire un locale sono al minimo. Non c’è al livello politico una predisposizione all’apertura di giovani imprese».
Marco Monaco