Pasqua di rinascita nel veneziano con un boom di turisti soprattutto stranieri, dopo due anni di fermo e lockdown, con soggiorno di 4-5 giorni, una permanenza doppia rispetto a quella degli italiani. Ma a maggio la crisi si sta ripresentando simile ai momenti difficili della pandemia.
“Per gli agriturismi la scorsa Pasqua ha costituito un buon avvio della stagione, dopo due anni molto impegnativi a causa della pandemia – afferma Luigi Toffoli, presidente di Agriturist Venezia. – Già da maggio stiamo assistendo di nuovo ad una fase di grave stallo che dimostra tutte le difficoltà correlate alla guerra in Ucraina. Stiamo facendo un grande sforzo per tenere i prezzi contenuti, ma qualche aumento è prevedibile in quanto i costi energetici e delle materie prime pesano molto sui nostri bilanci. Le stime sono di un aumento dei costi, solo per energia elettrica e riscaldamento, di circa 5 euro a stanza”.
Per quanto riguarda le vacanze estive c’è una notevole incertezza, prosegue Toffoli: «Al momento ci sono già prenotazioni per agosto, ma l’andamento di maggio sembra ci abbia riportato ai tempi della pandemia e si registra molta prudenza anche per luglio, segno che ci sono tanti timori legati all’evolversi del conflitto. Cerchiamo comunque di essere fiduciosi, nella speranza di tornare a una situazione stabile che restituisca a tutti la fiducia e la voglia di muoversi».
In Veneto ci sono oltre 1.400 agriturismi, di cui 150 circa nel Veneziano. «Tra gli imprenditori c’è molta preoccupazione per la guerra in corso», aggiunge Marco Aurelio Pasti, presidente di Confagricoltura Venezia, a causa dell’aumento vertiginoso dei prezzi di materie prime ed energia».
«La pandemia ha portato a una perdita dell’indotto di circa il 70 per cento rispetto al 2019», conclude Toffoli. – «A soffrire maggiormente sono state le piccole strutture che fanno solo ospitalità. Gli interventi di ristoro sono stati insufficienti a coprire le perdite e pure i bandi di sostegno attesi dal Pnrr presentano un difficile accesso, a causa degli adempimenti burocratici sempre più complessi e farraginosi».