Agriturismi veneziani, è record. A partire dai ponti primaverili fino all’estate, si registrano livelli di presenze mai visti, tanto che dopo uno straordinario 2022, per il 2023, a fine stagione, potrebbe prospettarsi un ulteriore aumento dell’8-10%.
“Quest’anno il trend positivo è iniziato a primavera ed è caratterizzato da una eccezionale presenza di turisti, sicuramente in aumento rispetto il prepandemia ed in linea con l’anno scorso – spiega Luigi Toffoli, presidente Agriturist Venezia, l’associazione che fa parte di Confagricoltura Venezia. – La maggior parte dei turisti è straniera, con provenienza, per oltre un terzo, da Austria e Germania, e a seguire Ungheria, Repubblica Ceca, Polonia. Per luglio ed agosto, confermate, come da tradizione, anche le presenze dai Paesi Bassi”.
“Stiamo assistendo ad una vera e propria ascesa dei nostri agriturismi, collocati in un territorio che, ad un panorama naturale unico, affianca un’offerta straordinaria di patrimonio culturale – sottolinea Giulio Rocca, titolare di un agriturismo in località Mira. – Confermo che stanno aumentando gli ospiti dall’Est Europa, ormai almeno un terzo del totale raggiungendo una presenza pari a quella dei tedeschi. Gli italiani sono un 10%, seguono i francesi con un 6% e i britannici con un 4%”.
In netto cambiamento la tipologia di pernottamento, che è sempre più breve. “In questo periodo il soggiorno dura 2 o 3 notti – riprende il presidente Toffoli. – Il turista sta privilegiando le strutture con spazi e servizi in un ambiente ben curato. La ristorazione è sempre importante ma deve essere affiancata da una ampia offerta di attività collaterali”.
“Il format dell’agriturismo oggi è meglio compreso – aggiunge Rocca- forse la pandemia ha lasciato degli strascichi psicologici e quindi sono molto richiesti gli spazi all’aria aperta, come la piscina e altre attività immerse nella natura. In agriturismo c’è un rapporto più personale con il cliente, la varietà di servizi offerti è fondamentale nella scelta della location”.
Resta grave il problema della mancanza di manodopera: in strutture relativamente piccole, si cercano in prevalenza lavoratori a tempo determinato e questo sembra essere poco attraente per chi desidera un’occupazione fissa.
Anche il presidente di Confagricoltura Venezia, Stefano Tromboni, segue con interesse l’andamento della ricettività negli agriturismi veneziani: “Siamo convinti che, sempre di più, tale sistema di turismo rurale possa essere un’ottima occasione per avvicinare la popolazione al mondo agricolo, ai suoi prodotti ed alla sua tradizione, che caratterizzano il territorio veneziano, insieme alla spettacolarità delle patrimonio storico e culturale”.