Veneto, nei primi nove mesi del 2023 i turisti in regione sono in crescita rispetto allo stesso periodo pre-covid con circa 17,4 milioni di arrivi (+3,6%), e 63,9 milioni di presenze (+0,4%). Aumentano gli stranieri – sono i due terzi – mentre gli italiani sono leggermente in calo, soprattutto per quanto riguarda i pernottamenti.
Lo spiega l’assessore regionale al turismo Federico Caner che questa mattina è intervenuto in occasione del seminario “Smart Tourism Destination” Co-Creating, organizzato dalla Regione del Veneto insieme a Unioncamere del Veneto, Veneto Innovazione e ENAIP Veneto.
In generale, gli arrivi turistici complessivi nel periodo indicato risultano in crescita rispetto al 2019 in quasi tutte le destinazioni, con le città d’arte che pur non avendo ancora tutte raggiunto le cifre pre-pandemiche, registrano una veloce ripresa rispetto al 2022.
Con riferimento invece alle presenze, alcune destinazioni registrano livelli ancora inferiori rispetto alla situazione pre-pandemica, ad eccezione di Dolomiti, Garda, Chioggia, Cavallino-Treporti e Caorle che vedono cifre in aumento.
“Dato molto incoraggiante è la conferma che i turisti stranieri amano il Veneto – continua Caner – rappresentano il 66% di coloro che visitano la nostra regione. Va detto che comunque, nei primi nove mesi del 2023, registriamo un aumento del numero di italiani rispetto al 2022 e rispetto al 2019 (+4,6%), ma non ancora nelle presenze (-5,1%), e ciò è dovuto alla scelta di soggiorni generalmente più brevi, probabilmente dettata da una minore capacità di spesa”
Anche gli stranieri, nel 2023, sono più numerosi dello stesso periodo pre-covid tanto negli arrivi (+3,1%) che nei pernottamenti (+2,9%). Tali dati sottolineano quindi una permanenza media maggiore, una tendenza opposta ai turisti italiani.
La forte attrattività esercitata sui clienti più affezionati è sottolineata dal +11,1% delle presenze tedesche, sempre rispetto al periodo pre-pandemia, +6,7% di quelle austriache, +4,6% di quelle olandesi, e si evidenzia anche un importante ritorno degli americani (+14,2% sempre rispetto al 2019). Nonostante i recenti incrementi, mancano ancora all’appello diversi turisti inglesi, oltre ad asiatici e russi per i noti eventi internazionali.