Il 2025 si apre con un bilancio occupazionale negativo per il mercato del lavoro veneto, con 900 posti di lavoro dipendente in meno nel mese di gennaio, a fronte dei +700 registrati lo scorso anno. A determinare il rallentamento rispetto al 2024 concorre soprattutto l’aumento delle conclusioni contrattuali (+3%), a fronte di una sostanziale stabilità delle assunzioni (+0,1%).
Lo rende noto il nuovo report di La Bussola, il notiziario di Veneto Lavoro.
Nel settore industriale torna a registrarsi una leggera crescita dei livelli occupazionali, anche nel metalmeccanico. Bisognerà tuttavia attendere i dati dei prossimi mesi per capire se si tratta di un’inversione di tendenza o di una temporanea tenuta dei livelli occupazionali. Si confermano invece le difficoltà dell’industria della moda, sia in ambito tessile-abbigliamento che per quanto riguarda l’industria delle calzature.
Il bilancio occupazionale del primo mese del 2025 risulta negativo per tutte le componenti, esclusi gli stranieri per i quali rimane seppur di poco positivo, e diffusamente in peggioramento rispetto allo stesso periodo del 2024. In confronto all’anno precedente le assunzioni mensili mostrano un calo tra gli italiani (-3%), le donne (-5%) e gli adulti (-3%), mentre segnano un aumento tra gli stranieri (+6%), gli uomini (+3%), i giovani (+3%) e i senior (+5%).
La stabilità del volume delle assunzioni registrate a gennaio 2025 rispetto a quanto osservato nel primo mese del 2024 è il risultato del bilanciamento tra l’aumento delle attivazioni riguardanti la componente maschile (+3%) e la riduzione rilevata per la componente femminile (-5%). Tali variazioni osservate per i due generi si registrano anche distinguendo per tipologia oraria, ovvero tra contratti full-time e part-time.
L’incidenza del part-time sul totale delle assunzioni rimane particolarmente elevata: nell’ultimo mese è pari al 27% e risulta stabile sul 2024 e in aumento sul 2023 per entrambi i generi; essa risulta pari al 17% per gli uomini e al 45% per le donne.
Dal punto di vista settoriale, i dati riferiti a gennaio 2025 mostrano andamenti differenziati tra i tre macro-settori. Per l’agricoltura il saldo (-800 unità) è più sfavorevole di quello dell’analogo mese del biennio precedente per via di un incremento nelle cessazioni (+13% sul 2024) superiore a quello rilevato per le assunzioni (+8%). I bilanci degli altri due macro-settori sono prossimi per volumi ma di segno opposto. L’industria nel complesso, al lordo delle costruzioni, registra un bilancio mensile positivo (+3.900) in leggero miglioramento sul 2024 – sebbene al di sotto dei livelli del 2023 – grazie al lieve incremento delle attivazioni (+1%) e alla riduzione delle cessazioni (-4%). L’aumento del bilancio mensile rispetto allo scorso anno si lega alle migliori performance registrate nelle costruzioni (+1.400) e nel metalmeccanico (+1.200), comparto quest’ultimo che beneficia di una marcata riduzione delle cessazioni (-7%). In lieve contrazione risulta invece il saldo occupazionale del made in Italy, in particolare nel tessile-abbigliamento che registra una riduzione della domanda di lavoro nel mese come accade nelle altre attività del settore, ad esclusione dell’industria alimentare (+4%). Nel terziario il saldo mensile, negativo per -3.900 unità, risulta meno favorevole dell’anno precedente (-2.500) ma in linea con i livelli del 2023. Il ridimensionamento del bilancio del macro-settore rispetto a gennaio 2024 è legato al peggioramento del saldo mensile nei servizi turistici (-3.800, era -3.400), nell’ingrosso e logistica (-100, era +300) e nei servizi di pulizia (-200, era +200).