Trattori che arrivano a colpi di clacson, un allevatore vicentino allestisce l’arca di Noe con gli animali della fattoria a rischio di estinzione a causa dell’impennata dei costi dei mangimi alimentata dalla guerra, con l’Ucraina che garantiva il 20% delle importazioni italiane di mais.
“Putin facciamo la pace, “Mettete i fiori nei vostri cannoni”, “Fermiamo la guerra dei prezzi”, “No alla guerra che aumenta la fame”, “Svuotiamo gli arsenali e riempiamo i granai, “Draghi aiutaci tu” sono solo alcuni dei cartelloni di protesta dei centinaia di allevatori, agricoltori e pescatori della Coldiretti scesi in piazza a Mestre, a Forte Marghera, nella mattinata di venerdì 25 febbraio, contro la guerra che affossa anche l’economia.
Non si riesce più a coprire i costi – dicono – per il balzo dei beni energetici che si trasferiscono a valanga sui bilanci delle aziende.
Inoltre, proseguono i partecipanti alla manifestazione promossa da Coldiretti, se il caro petrolio spinto dall’invasione dell’Ucraina costringe le barche a rimanere in banchina e a fermare i trattori, le ritorsioni della Russia colpiscono i mezzi di produzione, a partire dai concimi, obbligando i coltivatori a tagliare i raccolti mentre sanzioni ed embarghi bloccano i commerci, sconvolgono i mercati e favoriscono le speculazioni.