In Veneto, oggi, su treni e autobus delle aziende di trasporto pubblico viaggia tra il 20 e il 25% dei passeggeri che viaggiavano prima della pandemia. Sono cioè raddoppiati i viaggiatori rispetto al momento di massima riduzione dei trasporti quando, in Veneto, solo il 12% degli abituali utilizzatori (addirittura solo il 3% in provincia di Belluno) si spostava con i mezzi pubblici.
Se poi ci si concentra sulla sola situazione di Actv, il recupero è leggermente più forte: nel Veneziano siamo attorno al 30% per gli autobus e i vaporetti, di poco sotto al 30% per il servizio extraurbano su gomma.
«Ma il vero banco di prova sarà a settembre, con il ritorno a scuola», precisa subito Elisa De Berti, assessore regionale ai Trasporti. «Per questo ho costituito da poco un gruppo di lavoro, con i rappresentanti delle aziende e il mondo della scuola: la prossima settimana il primo incontro».
Con la ripresa della scuola, infatti – se ci sarà il ritorno alle lezioni in aula – si porrà il problema degli autobus pieni zeppi, con l’impossibilità di mantenere distanze di sicurezza anti-Covid.
«Per questo – riprende l’assessore De Berti – dobbiamo coordinarci. Ci sono, per esempio, scuole che organizzano la loro settimana su sei giorni e altre su cinque; e ci sono scuole che hanno stabilito di fare certi ponti festivi, mentre altre ne hanno scelti di differenti. Il che ci costringe a far funzionare tutti i mezzi in maniera continuativa. Questo “vuoto per pieno” ci costa, in Veneto, 6-7 milioni l’anno. Ma, d’altro canto, le linee guida del ministero chiedono di spalmare in un intervallo orario più lungo, da settembre, gli ingressi e le uscite dagli istituti scolastici. In questo contesto dobbiamo trovare un compromesso. La soluzione sarebbe di avere un solo soggetto che programmi i servizi su ferro, gomma e acqua nell’intero Veneto; non essendo per ora possibile raggiungere questo risultato, invito le aziende a integrare e razionalizzare il loro servizio; o il contributo pubblico da 400 milioni di euro l’anno – dico loro quando mi arrabbio – non lo vedrete più». (G.M.)