«Trattare di trasparenza nella gestione dei beni ecclesiastici, di governance, di accountability e rendicontazione è, oggi più che mai, un atto doveroso e di responsabilità, perché tocca aspetti fondamentali e delicati che possono diventare campo di verifica – quasi una cartina di tornasole – sui criteri effettivi e anche sulle reali priorità dell’azione della Chiesa universale, di una Chiesa particolare, di una comunità religiosa o, comunque, di un’istituzione che, in modi differenti, si riferisce alla Chiesa».
Lo sottolinea il Patriarca intervenendo venerdì 4 mattina, a Venezia, al convegno su “La trasparenza nella gestione dei beni ecclesiastici”. L’iniziativa, che si tiene per tutta la giornata all’Auditorium del Seminario Patriarcale alla Salute, è promossa dalla Facoltà di Diritto canonico San Pio X di Venezia e vede la partecipazione di 130 convegnisti.
Infatti, ricorda mons. Moraglia citando le “Linee orientative per la gestione dei beni negli Istituti di vita consacrata e nelle Società di vita apostolica” della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, «la dimensione economica è intimamente connessa con la persona e la missione. Attraverso l’economia passano scelte molto importanti per la vita, nelle quali deve trasparire la testimonianza evangelica… La testimonianza evangelica esige che le opere siano gestite in piena trasparenza, nel rispetto delle leggi canoniche e civili, e poste a servizio delle tante forme di povertà. La trasparenza è fondamentale per l’efficienza e l’efficacia della missione… In questa direzione sono di fondamentale importanza gli strumenti relativi alla rendicontazione dei bilanci».
Una necessità – quella della trasparenza – molto avvertita e ben presente, fin dai primi secoli della Chiesa, «è oggi sempre più avvertita e anche sollecitata spesso da interrogativi e riflessioni sulla sostenibilità attuale di talune opere (recenti e antiche) ma anche, insieme, dalla necessità e dalla volontà di raccontare i “fatti di gestione” del bene ecclesiastico in maniera trasparente».
Da ciò l’auspicio del Patriarca, rivolto ai convegnisti, affinché l«si possano ricercare e trovare – e, dunque, suggerire – delle vie percorribili, sagge e limpide per coniugare sempre più e al meglio le esigenze di una gestione oculata e trasparente dei beni ecclesiastici alle fondamentali istanze pastorali – ovvero spirituali, liturgiche, caritative, catechetiche, culturali, comunicative ecc. – della vita della nostra Chiesa».