Un milione e 375mila euro a Venezia, 205mila euro a Mira, 45mila euro a Quarto d’Altino, 81mila euro a Cavallino, 148mila euro a Jesolo, 80mila euro a Eraclea, 75mila euro a Caorle, 221mila euro a San Donà.
Sono di questa entità i contributi che il Governo ha destinato ai Comuni del territorio della diocesi di Venezia (San Donà di Piave rientra nel comuto per la sola parrocchia di Cittanova). Sono i soldi che i sindaci potranno usare per acquistare e distribuire buoni spesa o generi alimentari e di prima necessità a chi ne abbia bisogno.
«Quelle che qualcuno definisce “briciole” sono le prime risorse che la nostra gente aspetta. Certamente non bastano, ma se ne aggiungono ogni giorno di nuove e ne arriveranno ancora».
Sono le parole con le quali il sottosegretario all’Economia e candidato sindaco di Venezia, Pier Paolo Baretta, commenta il riparto dei 400 milioni di fondi aggiuntivi stanziati dal governo attraverso la protezione civile.
«Si tratta di un provvedimento condiviso con Anci, che ha spinto perché il Governo adottasse subito questa prima erogazione. Alla sola città di Venezia – spiega il sottosegretario – saranno attribuiti oltre 1 milione e 300 mila euro di risorse aggiuntive, mentre nell’intera provincia saranno quasi 5 i milioni messi a disposizione dei Sindaci per sostenere i più deboli, consentendo di rispondere ai bisogni primari delle loro famiglie».
Va aggiunto che qualche differenza c’è fra i Comuni. L’80% del contribuito è stato infatti attribuito in ragione del numero di residenti; la rimanente parte in forza della maggiore o minore povertà della popolazione.
Questo significa, per esempio, che a ogni abitante del Comune di Venezia sono stati attribuiti 5,27 euro; ad uno di Jesolo, 5,58 euro e ad uno di Caorle di più: 6,52 euro.
Ma se si scende nel Meridione d’Italia le cifre salgono. Per esempio: sono 7,75 euro per ogni palermitano, 7,95 euro per ogni residente a Napoli e 8,87 euro per ogni abitante di Crotone.