Erano i giorni della Prima Guerra Mondiale: il 15 agosto 1916 l’allora Patriarca di Venezia cardinale Pietro La Fontaine promise solennemente di voler edificare un Tempio Votivo al Lido affinché la Vergine potesse proteggere l’Italia, e in particolare Venezia, dalle bombe. Il voto fu sancito poi ufficialmente il 6 gennaio 1917 in Basilica a San Marco alla presenza delle autorità cittadine. Dopo la posa della prima pietra l’8 settembre del 1919, l’edificazione vera e propra – una volta individuata la collocazione definitiva – iniziò nel 1925 e si protrasse fino al 1942.
Venerdì si inaugurano i lavori. A oltre un secolo di distanza dal voto, sarà il Patriarca di Venezia, monsignor Francesco Moraglia, venerdì 25 (ore 16) a benedire la fine di un complesso e articolato lavoro di restauro di quel tempio, tanto caro a veneziani e lidensi. Non sarà una inaugurazione ma una riconsegna della struttura, alla presenza del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, dei rappresentanti della Regione Veneto e di Onor Caduti di Roma, l’ente militare che ha giurisdizione sul Sacrario dove “riposano” i Caduti delle due guerre. In vista di questa importante cerimonia di riapertura, attesa da oltre un anno visto che i lavori di restauro si sono conclusi nell’estate 2018, Gente Veneta è entrata, in anteprima, a visitare il Tempio Votivo che presenta numerose novità. Anzitutto l’agibilità e la fruizione pubblica anche dell’anello superiore, proprio sotto la cupola, che non era mai stata aperta prima d’ora. L’abolizione di tutte le barriere architettoniche grazie all’entrata in funzione di un ascensore e di un elevatore, i servizi igienici, fino ad oggi mai previsti. E’ stata ripristinata, poi, la scalinata monumentale. Rinnovato e messo a norma l’intero impianto di illuminazione anche notturno.
Un restauro da 1,3 milioni di euro. L’intervento è costato complessivamente un milione e 300 mila euro e i lavori sono stati eseguiti dall’impresa lagunare Sacaim di Venezia. Fondamentale è stato il finanziamento erogato dalla Regione Veneto, nell’ambito dei contributi erogati in occasione del Centenario della Grande Guerra, le cui celebrazioni si sono concluse ufficialmente a dicembre 2018. Prima di questo importante lavoro strutturale, gli ultimi lavori risalivano all’ ottobre 2010, quando, per volontà dell’imprenditore Teodoro Russo, si arrivò a ricollocare sulla cupola del Tempio la Madonnina divelta da un violento fortunale nel settembre 2003.
Un centro di studio sulla Grande Guerra. Il Tempio Votivo è certamente un “luogo della memoria”, visto che nella cripta sono ospitati 3790 Caduti nelle due guerre mondiali, uniti in un ideale abbraccio di pace monito per le future generazioni. Ma ora l’edificio diventa anche un Centro di documentazione, studio e ricerca sulla storia della Grande Guerra. L’edificio sarà aperto grazie a una convenzione tra Patriarcato di Venezia, Comune di Venezia e Onor Caduti di Roma. Dal 25 ottobre, giorno della riapertura, fino al 4 novembre è previsto un calendario di celebrazioni per la commemorazione dei defunti e dei morti in guerra. Successivamente si passerà a una gestione ordinaria, i cui aspetti dettagliati si stanno definendo proprio in questi giorni. La cosa certa è che la parrocchia di Santa Maria Elisabetta potrà celebrare la messa all’interno quando ne avrà bisogno. Quindi nell’estate 2020 le messe domenicali potranno essere celebrate non più nella chiesa tenda in patronato, allestita quasi venti anni fa per la liturgia, che rimarrà ma con altri scopi, ma dentro al Tempio.
Lorenzo Mayer
(le foto sono di Giovanni Battista Vianello)