Un nuovo impianto per la produzione di idrogeno da gas metano, da rendere operativo entro il 2023. E un nuovo impianto, attivo nel 2024, per produrre alcol isopropilico, da usare poi nell’industria farmaceutica e nella cosmesi.
Sono i due siti produttivi che Eni intende realizzare nell’area industriale di Porto Marghera, dopo la chiusura dello stabilimento del cracking, il cui stop è previsto fra circa un anno, nella primavera 2022.
Sono i passaggi più ravvicinati della programmazione industriale di Eni nell’area veneziana: li ha descritti oggi in Senato il ministro per lo sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, rispondendo all’interrogazione proposta dai senatori Boldrini, Malpezzi e Ferrazzi.
C’è una preoccupazione, infatti, che prende origine dall’annunciata chiusura degli impianti cracking del Petrolchimico; un addio all’impianto che fra un anno potrebbe mettere in crisi l’occupazione degli attuali 380 addetti, con un effetto domino sugli stabilimenti e l’occupazione delle aree industriali collegate di Mantova, Ferrara e Ravenna.
«Eni – afferma però Giorgetti in aula – assicura che Marghera è un sito fondamentale per realizzare la transizione che porterà l’azienda a un totale abbattimento delle emissioni climalteranti entro il 2050».
L’evoluzione della situazione e la verifica dei passaggi annunciati – continua il ministro – sarà inoltre oggetto dell’attenzione del Governo: «In particolare, la competenza sarà soprattutto del ministero per la transizione ecologica, guidato dal ministro Cingolani».
Un annuncio che trova il gradimento dei senatori che hanno proposto l’interrogazione: «A patto – precisa il senatore mestrino Andrea Ferrazzi – che non ci si fermi all’enunciazione di principi, ma si precisi nei dettagli, da parte di Eni, il piano industriale, chiarendo tempi, soldi, modalità dei vari interventi, con attenzione alle ricadute occupazionali e sociali che essi comporteranno. E perché questo accada, serve che Eni coinvolga i territori nel suo progetto, mettendo al centro della sua strategia la sostenibilità sociale». (G.M.)