Quali siano le conseguenze della guerra russo-ucraina sul mercato immobiliare in provincia di Venezia è facilmente immaginabile. Ma per avere un quadro preciso GV ha intervistato il neopresidente della Fiaip, la federazione degli agenti immobiliari di Venezia, Marco Bettiol.
Quali sono gli scenari a breve e lungo termine che si possono immaginare sul mercato immobiliare del Veneziano come conseguenza della guerra russo-ucraina?
Lo scenario non è positivo perché nell’incertezza il cliente e la gente si fermano un attimo. In queste ultime tre settimane c’è stato non uno stop ma un rallentamento per le trattative e lo si vede nei numeri, sia nell’entroterra, nelle isole e nella costa.
Quali i riflessi della guerra in Ucraina nei vari segmenti immobiliari?
Il settore residenziale è quello che accusa un po’ di più l’incertezza. La famiglia, prima di cambiare casa e investire i propri risparmi, sta a guardare cosa succede. Anche perché se durante il Covid si parlava di voler aumentare gli spazi vitali, oggi la guerra porta a un rallentamento della richiesta proprio perché non è legata a un fabbisogno, a un’esigenza delle persone. Per quanto riguarda la parte turistica, invece, possiamo essere abbastanza soddisfatti perché comunque veniamo da due anni in cui il turismo immobiliare, ovvero l’affittanza degli appartamenti nella costa e in centro storico, ha vissuto molto di turisti che venivano dal Veneto e dalle regioni vicine. Mancheranno i turisti stranieri, con l’Est europeo, soprattutto la Russia, che la faceva da padrone negli ultimi anni. Purtroppo stiamo facendo i conti con questa guerra, che non incentiva il turismo. Nell’ambito commerciale come il food and beverage c’è una crescita perché c’è una richiesta di nuove attività per quanto riguarda le affittanze e le locazioni commerciali. Soffre invece il commercio al dettaglio.
Quali i riflessi sulle compravendite immobiliari con particolare riferimento al settore residenziale?
Gli effetti della guerra non si possono vedere nell’immediato perché la guerra è scoppiata solo da tre settimane. Presto per fare un bilancio. Ma il momento non è dei migliori e chi aveva intenzione di cambiare è ora un po’ attendista e aspetta prima di investire. Il cliente medio che ha dei risparmi da investire in una nuova casa, in questo momento dove non c’è certezza di ciò che succederà, preferisce tenere i soldi fermi e vedere cosa succede.
A livello di prezzi e di tassi sui mutui qual è la situazione?
I prezzi non possiamo dire che siano cambiati. Quello che fa pensare è che stanno salendo i tassi sui mutui, a fronte di un calo delle domande di mutuo. E vediamo che anche i livelli di Euribor stanno crescendo; quindi anche questo diventerà un deterrente per chi si dovrà impegnare ad acquistare casa pagando per i prossimi 20/25 anni.
Quali sono i riflessi sul valore dell’immobiliare nuovo e dell’esistente?
Non c’è ancora una proiezione precisa. Potremo fare dei conti precisi da qui a sei mesi, cioè dopo l’estate, quando ci sarà modo di capire. Per il momento si è mantenuto il valore pregresso.
L’investimento immobiliare può essere considerato un rifugio in una situazione come questa?
L’investimento immobiliare è un bene rifugio come lo sono i preziosi e l’oro perché è qualcosa che non viene intaccato. Ciò di cui c’è paura adesso è anche di lasciare denari in conto corrente, sia per il timore che prima o poi vi sia un prelievo forzoso da parte dello Stato per appianare il debito pubblico, sia per l’inflazione che si mangia il capitale. La volontà teorica è di investire in qualcosa che possa mantenere un valore.
Quale zona risentirà di più degli effetti della guerra tra Venezia, Mestre e il litorale?
Speriamo nessuna, questo è l’auspicio. Oggettivamente però la parte turistica è quella che potrebbe subire di più, nel senso che manca il turista che viene dall’estero, manca il turista che investe, manca il turista che oltre all’alloggio accede ad altri servizi, come il ristorante e il commercio. Anche quest’anno vincerà ancora il turismo di prossimità, con dei periodi un po’ più lunghi di soggiorno, e soprattutto si privilegeranno le strutture che possono dare tutti i servizi. Adesso si è diffuso lo smart-working: chi può avere questa forma di agevolazione nel lavoro preferisce, anziché stare in città, andare al mare, sulla costa e avere la possibilità di godere del panorama, del sole e delle passeggiate.
Marco Monaco