«C’è chi ha un milione di euro di risparmi e paga 250 euro al mese di affitto per un alloggio di 100 metri quadrati; o chi paga appena 10,87 euro al mese per un appartamento di 130 metri quadrati e ha accantonato depositi per 340 mila euro. Oppure chi, pur disponendo di patrimoni immobiliari e mobiliare, non paga l’affitto da più di 4 mesi. Le sette Ater del Veneto registrano ad oggi 2108 inquilini morosi e hanno accumulato un credito ‘storico’ per morosità per 15 milioni di euro».
Sono i dati che il presidente del Veneto Luca Zaia snocciola per dire come le nuove regole per l’assegnazione di alloggi Ater (cioè alloggi pubblici per famiglie in difficoltà economia) vadano salvaguardate, nonostante le proteste che si sono susseguite in questi giorni.
Le nuove regole, che dal 1° luglio 2019 hanno introdotto contratti a termine e nuovi canoni parametrati al reddito e alla situazione patrimoniale dell’inquilino, hanno messo in evidenza che dei 39.733 inquilini di case Ater, 5823 inquilini hanno un Isee Erp superiore ai 20 mila euro, soglia massima di reddito fissata dalla legge per aver diritto ad una casa popolare. Per loro la legge dà due anni di tempo per trovarsi un nuovo alloggio sul libero mercato, oppure per rientrare nei limiti di reddito previsti.
“All’interno di questo numero, che rappresenta meno del 15 per cento degli inquilini, ci potranno essere casi sociali, persone anziane o con disabilità o famiglie in situazioni di criticità, di cui terremo certamente conto – ha ribadito il presidente – Abbiamo istituito, il 6 agosto scorso, sette nuclei tecnici territoriali per valutare le singoli posizioni e proporre, entro il 30 settembre, eventuali aggiustamenti nelle norme per non creare situazioni di sperequazione o ingiustizia. Ma non cambieremo la legge 39, né siamo disponibili a chiudere un occhio verso i quasi 3 mila inquilini che non hanno presentato la dichiarazione Isee, né verso quanti, con centinaia di migliaia di euro di risparmi accantonati, si rifiutano di pagare i nuovi canoni: ricordo che attualmente in Veneto ci sono quasi 14 mila famiglie con redditi certificati sotto i 20 mila euro in attesa di un alloggio pubblico. La funzione sociale della Regione non è quella di essere una società immobiliare e di lucrare sugli affitti, ma quella di garantire il diritto alla casa a chi non ce la fa ad accedere ai prezzi di mercato”.