Se ben note sono le gesta e la fama del più grande conquistatore e imperatore dell’antico mondo greco, Alessandro il Grande (356-323 a.C.), molto meno note sono le tracce che di lui si possono trovare a Venezia.
Un nuovo e interessante volume, “Venezia sulle tracce di Alessandro Magno” a cura di Maria Bergamo, uscito recentemente per i tipi di Editoriale Programma, conduce in un viaggio avvincente attraverso la tradizione dell’immagine di Alessandro, intrecciando mito e realtà.
Maria Bergamo, studiosa ricercatrice di Storia dell’Arte medievale presso l’Università Iuav di Venezia, ha curato il volume e coordinato gli altri autori – Monica Centanni, Maddalena Bassani, Fabrizio Lollini, Luigi Sperti, Giulia Zanon – che afferiscono al Centro studi classicA Iuav.
Come è legato l’imperatore Alessandro alla città di Venezia?
Non in modo diretto, ovviamente, ma attraverso la fortuna della sua figura, perché la vita e le gesta di Alessandro Magno – tra storia e mito, simbolo e leggenda – vengono raccontate nei secoli non solo da testi e fonti letterarie, ma anche da una moltitudine di opere d’arte. Opere che sono presenti anche nella nostra città, più o meno in evidenza, o invisibili e segrete. Venezia è eccezionale luogo di intrecci e di incontri, di scambi e di ibridazioni, ai confini tra Oriente e Occidente, dall’antichità all’età moderna. Questo libro quindi non vuole raccontare la storia di Alessandro, ma la tradizione della sua immagine, che attraversa il tempo e lo spazio cambiando forma, significato e stile artistico, per giungere, in tutta la sua potenza, qui, fino a noi.
Quanto è mito e quanta realtà c’è?
La realtà è che non c’è confine tra le due cose. Alessandro stesso, durante la sua vita, ha costruito il suo mito personale attraverso le opere di scrittori e artisti di cui si circondava, come lo storico Callistene o lo scultore Lisippo. Una vera e propria macchina mediatica – altro che influencer! – che ha esaltato la sua immagine e diffuso il racconto delle sue gesta fino ai confini del suo impero, e quindi del mondo conosciuto. Vi sono poi due diverse tradizioni, due filoni iconografici che si intrecciano, si sovrappongono oppure si contrastano: l’Alessandro più propriamente ‘storico’, exemplum del potere assoluto e vittorioso illuminato dalla cultura ellenistica, a cui faranno riferimento tutti i grandi imperatori, da Augusto a Costantino, a Napoleone; e poi l’Alessandro ‘fantastico’ del Romanzo, un testo così diffuso dal Tardoantico fino al Rinascimento da essere superato solo dai Vangeli, che alle vicende storiche affianca delle avventure meravigliose, summa della fantasia e del simbolismo medievale: da qui le immagini di Alessandro portato in volo dai grifoni, o calato sotto il mare in un proto-sottomarino, lotte con draghi e chimere. Mito e realtà si fondono inestricabilmente, come è possibile vedere nelle opere d’arte da noi scelte.
E come si possono scoprire queste tracce?
Attraverso la struttura del volume, che abbiamo voluto creare – anche grazie al consiglio dell’editore Angelo Pastrello – come una vera e propria guida, una ‘caccia al tesoro’ in un museo itinerante che si snoda tra chiese, cortili, palazzi e biblioteche di Venezia. Ogni oggetto ha la sua mappa, la descrizione del luogo e contesto in cui si trova, e una scheda che ne spiega il valore dal punto di vista artistico e all’interno del mito alessandrino. Si crea quindi una specie di galleria di ‘tracce’, composta di sculture antiche e di pietre erratiche, di gioielli e di smalti, di miniature e di mosaici, di ceramiche e di bassorilievi, tutti presenti a Venezia. Sono opere diversissime: si va dalle effigie bizantine nella Basilica di San Marco alle sculture ellenistiche del Museo Archeologico, fino ai preziosi manoscritti in lingua armena, greca, romanza e araba, dai Capitelli del Palazzo Ducale alle sculture neoclassiche dell’Ala Napoleonica di Piazza San Marco.
È un libro per tutti?
Si, è pensato proprio per tutti: dagli esperti, agli appassionati, ai curiosi di arte, dell’Antico e di Venezia. È un esperimento, speriamo fruttuoso, di comunicazione tra la ricerca e il pubblico, una relazione tra l’università e il territorio in cui il Centro studi classicA e l’Università Iuav crede molto. Attraverso la ricchezza della cultura, dell’arte e della storia si può proporre un modo diverso di visitare e vedere una città come Venezia.
Giuseppe Antonio Valletta