La Città metropolitana e il Comune di Venezia restano al vertice delle classifiche per quanto riguarda la raccolta differenziata. La conferma arriva dall’ultimo report di Conai – il Consorzio nazionale imballaggi – che, con un aumento del 18% rispetto al 2018, certifica la raccolta differenziata di oltre 493mila tonnellate di rifiuti di imballaggio in Veneto. Scendendo di dettaglio, il report sancisce l’ottimo risultato del territorio metropolitano di Venezia con un triplice primato per i conferimenti di acciaio, carta e plastica.
Quanto all’acciaio, la raccolta è di 8,1 kg per abitante (segue Treviso con 5,8); nel campo della carta 36,1 kg per abitante (staccando Padova ferma a 31,98); per la plastica 51 kg per abitante (seconda Verona con 26,56). Seconda invece per quanto riguarda gli imballaggi di vetro dove, a fronte dei 57,63 kg pro capite di Belluno, la provincia lagunare ne conferisce 51,44 kg.
Dati positivi – probabilmente favoriti dall’economia turistica e dai milioni di presenze di visitatori (e dai loro rifiuti) – che vengono confermati anche da quanto raccolto da Veritas che ha sancito, per il Comune di Venezia, nel corso del 2019, il 61,38% di raccolta differenziata, valori saliti, già nei primi nove mesi del 2020, al 65,27%.
«Venezia dimostra, ancora una volta, di essere la città che in questi anni ha maggiormente investito in raccolta differenziata e in economia circolare», commenta l’assessore all’Ambiente Massimiliano De Martin. «Per tre anni consecutivi abbiamo raggiunto il vertice delle classifiche italiane con Venezia che si è attestata ad essere, con il 69,1%, la prima Città metropolitana d’Italia per raccolta. Un sincero ringraziamento va agli oltre 1.200 addetti che quotidianamente lavorano per garantire all’intera Città, non solo la raccolta porta a porta, ma anche la pulizia e il decoro del nostro territorio. Proprio all’interno dei 2.200 ettari di Porto Marghera stiamo sviluppando l’industria e l’economia circolare. I nostri vaporetti impiegano diesel prodotto nella bioraffineria riutilizzando una quota sempre maggiore di oli vegetali esausti. C’è poi un protocollo con Toyota per lo sviluppo della mobilità ad idrogeno e sarà costituita con ENI una società per elaborare studi per la progettazione di impianti industriali che, alimentati dalle diverse frazioni, producano biometano, bio olio e idrogeno. Il rifiuto per noi non va buttato in discarica, ma sappiamo trasformarlo in una risorsa per l’ambiente».