Il Rotary Venezia Mestre ha deciso di aiutare Casa famiglia San Pio X, destinando a questa importante realtà veneziana il secondo service dell’anno sociale, quest’anno dedicato a situazioni di disagio in città. Il presidente Claudio Scarpa e i soci del club hanno ricevuto, nella sede all’hotel Bologna di Mestre, Roberto Scarpa e Renata Allacevich, presidente e responsabile di Casa famiglia e da anni anima di una realtà che si prende cura di tante mamme sole e dei loro figli e in generale delle persone più deboli della società.
«Esiste un problema di povertà generale diffuso anche nella nostra città – ha commentato Claudio Scarpa, presidente del Rotary Venezia Mestre -. Dopo aver sostenuto il centro don Vecchi, ora concludiamo l’anno sociale aiutando Casa famiglia a dare una possibilità a delle mamme e le famiglie che vivono una situazione di particolare disagio». Roberto Scarpa le descrive come donne sole, ferite nell’anima e nel corpo: «Arrivano da svariate parti del mondo ma sempre più spesso anche dall’Italia e dalla nostra città».
«Fino al 2008 le nostre ospiti uscivano da Casa famiglia con un lavoro dignitoso e una casa in affitto – racconta Allacevich -. Oggi è più difficile, a causa della crisi e delle difficoltà dei servizi sociali che hanno sempre meno disponibilità». Nonostante tutto, Casa famiglia è riuscita a lanciare il progetto del “Nido di Elena” e tramite la fondazione Trevisanato ha restaurato la struttura creando un appartamento dove possono vivere due nuclei con bambini, in semi-autonomia, e poi altri mini-appartamenti in città, per accogliere sempre più coppie in un percorso verso l’indipendenza.
E a questo vuole contribuire il Rotary Venezia Mestre, che con la sua donazione aiuterà Casa famiglia San Pio X a garantire un nuovo alloggio a una famiglia in difficoltà.
«Attualmente da noi vive una famiglia “anomala” – racconta Allacevich -. Hanno bussato alla nostra porta, senza passare per i servizi sociali né per il tribunale dei minori, e li abbiamo accolti come dei fratelli. Lui ha vissuto in parrocchia e lei è rimasta da noi con il figlio. Si sono ripresi dalle loro terribili disavventure, hanno trovato un lavoro. Presto lasceranno quindi l’appartamento che abbiamo messo a loro disposizione a Mestre. Lo abbiamo in usufrutto da una donatrice ma va ristrutturato e totalmente arredato. Solo così potremo metterlo a disposizione di una nuova famiglia che entro l’anno si trasferirà lì».
A questo servirà quindi il contributo del club, che per una serata ha ascoltato le storie di Casa famiglia. Ora l’istituzione sta lavorando intensamente per realizzare anche altri due sogni: aprire il centro per l’infanzia e per la famiglia, dove le persone potranno lasciare i loro bambini in orario pomeridiano, e realizzare uno spazio per le visite protette tra padri e figli.