Oggi il Consiglio Generale della Fondazione di Venezia ha approvato il bilancio consuntivo 2018, che rispetta sostanzialmente le indicazioni contenute nel Documento Programmatico Previsionale. L’esercizio si è chiuso con un avanzo di bilancio di circa 6 milioni di euro consentendo di ottemperare alle attese del DPP e del Piano Pluriennale destinando 4,5 milioni alle attività erogative per il 2019.
Le erogazioni deliberate nell’esercizio del 2018 sono state pari a 6,8 milioni di euro, cifra che comprende anche l’investimento di 3,5 milioni di euro per la fase di start up del progetto M9, oltre che le destinazioni per gli atenei veneziani, per la Fondazione Teatro La Fenice (di cui la Fondazione di Venezia continua ad essere il primo finanziatore privato), per il Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile, per le attività in collaborazione con Ocse, citando solo alcuni ambiti di intervento.
Aumentano gli interventi direttamente gestiti dalla Fondazione di Venezia a conferma della crescente vocazione a sviluppare progetti propri a servizio del territorio e della comunità. Gii interventi diretti costituiscono infatti il 55,5% delle attività istituzionali, quelli in partnership sono poco sopra il 27% ed i contributi e le donazioni superano appena la soglia del 17%. Si evidenzia, inoltre, una progressiva e consistente “specializzazione” della Fondazione nella progettazione di attività ed iniziative nel settore dell’arte, delle attività e dei beni culturali che assorbe il 65,7% degli interventi.
I proventi realizzati nel corso dell’esercizio 2018 sono stati pari a circa 13 milioni di euro.
“La Fondazione di Venezia ha mantenuto – spiega il presidente Giampietro Brunello – il proprio impegno nelle erogazioni e nei progetti nonostante un anno pesantemente segnato dalle turbolenze sui mercati finanziari internazionali. L’avvio del progetto M9 ha richiesto e richiede una sforzo non ordinario da parte della Fondazione di Venezia, ma siamo convinti che questo sia un investimento necessario per dare a Mestre il ruolo che merita. Uno sforzo che, però, non ha fatto e non farà venire meno il nostro ruolo di patrimonio della collettività”.