Cenni di ripresa economica sì, ma ancora deboli e troppo altalenanti, specialmente per un’area – come quella veneziana – molto dedita ad attività legate al turismo e al suo indotto e, quindi, soggette sempre al fluttuare dei dati (e dei sentimenti) della gente nonché ai frequenti aggiornamenti sul riemergere della pandemia.
E per Massimo Da Re, presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Venezia, per la politica e per le imprese rimane poi una battaglia da vincere e una riforma da attuare prima di tutte le altre: l’agognata (e mai praticata) semplificazione fiscale.
Presidente, si chiude un anno ancora segnato dalla pandemia ma anche caratterizzato da elementi sostanziali di ripresa economica. Qual è il vostro punto di osservazione su come sta andando per le imprese veneziane?
Le imprese che lavorano con l’estero sicuramente stanno andando bene. I dati export 2021 al terzo trimestre evidenziano per la provincia di Venezia un valore delle esportazioni di 1.342.745 migliaia di euro, a fronte di 1.232.445 migliaia di euro del 2020. E una differenza ancor più marcata c’era nel secondo trimestre dove sempre la provincia di Venezia ha esportato merci per 1.298.421 migliaia di euro e fronte di 954.220 miglia di euro del 2020 pur restando Venezia la terzultima, tra le province venete, appena prima di Belluno e Rovigo per vocazione all’export.
Ci sono settori che stanno andando particolarmente bene ed altri che invece arrancano di più?
Quella di Venezia è una provincia a forte vocazione turistica. Basti pensare che delle circa 90 mila imprese oltre 11.500 sono tra alloggi e ristorazione, settore in cui i segnali di ripresa sono altalenanti e molto risentono dell’effetto mediatico dei dati sull’andamento della pandemia. Nel terzo trimestre c’è stata una crescita dello 0,6% delle attività, ben lontano dall’1,9% dello stesso periodo del 2019. Sul fronte dei fatturati la Fondazione Nazionale Commercialisti ha analizzato, a livello nazionale, le società di capitali attive nel settore di alberghi e ristoranti prevedendo per il 2021, sempre rispetto al 2019, una riduzione complessiva del fatturato del 35% contro il 44,2% del 2020. In particolare nel settore degli alberghi nel 2021 si registrerebbe una previsione di perdita del 43,1% a fronte di un -50,1% del 2020, mentre nel settore della ristorazione la previsione di perdita di fatturato 2021 sarebbe pari al 20%, a fronte di un calo nel 2020 del 40,3%.
Quali solo le questioni che in questi tempi assillano o preoccupano maggiormente le aziende e… i commercialisti?
Sicuramente il tema della semplificazione. Tra fine novembre e dicembre c’è un ingorgo unico di adempimenti fiscali tra le rate della pace fiscale, le liquidazioni periodiche Iva, la trasmissione delle dichiarazioni dei redditi, gli acconti delle imposte e dell’Iva… Gli intermediari, tra cui i commercialisti, continuano ad inviare milioni di dati al fisco che, da quando esiste la fatturazione elettronica, sono già disponibili nei sistemi dell’Agenzia. Le imprese devono essere libere di concentrarsi sul proprio core-business e non possono essere soffocate dagli adempimenti e dalla burocrazia. Anche noi consulenti preferiremmo dedicare maggiore tempo e risorse alle analisi strategiche di andamento economico-finanziario delle imprese – che oggi sono imprescindibili anche per le piccole e piccolissime aziende – sia per l’accesso al credito sia per la prevenzione della crisi, invece che assisterle per affrontare e gestire la burocrazia. Nel 2020 il nostro Consiglio Nazionale aveva individuato almeno 30 adempimenti fiscali da eliminare o riformare nell’ottica della semplificazione. Mentre si parla di riforma fiscale, con riferimento ad aliquote e scaglioni, gli adempimenti – molti dei quali inutili o a bassissimo valore – rimangono o addirittura si moltiplicano.
Pare che vi sia un ritorno ed una forte crescita della costituzione di società: anche questo potrebbe essere il segno di un progressivo riattivarsi dell’economia?
Nel 2021, fino al terzo trimestre, ci sono state oltre 3 mila nuove iscrizioni alla Camera di Commercio. In questo momento in tutto il Paese c’è un forte traino dell’edilizia e dell’arredo grazie ai vari bonus che stanno incentivando il mercato, per gestire i quali sono richiesti requisiti che non possono essere sempre soddisfatti dal singolo lavoratore autonomo. Nel solo terzo trimestre del 2021 quello delle costruzioni è uno dei settori che nel Veneziano ha avuto la maggiore crescita di imprese, con un + 0,8% corrispondente a + 87 imprese, secondo i dati Infocamere, mentre nello stesso periodo del 2019 era cresciuto dello 0,2%.
Un augurio o, comunque, una prospettiva per il 2022?
L’augurio per l’economia veneziana comprende l’augurio a tutti noi di uscire in salute da questa pandemia ritrovando l’entusiasmo per riprendere il percorso di crescita non solo economica ma anche di crescita integrale della nostra comunità veneziana con una ritrovata socialità.
Alessandro Polet