Dopo una primavera di lockdown e previsioni con segni fortemente negativi, l’economia dei territori di Venezia e Rovigo registra nel III trimestre 2020, una leggera ripresa, per effetto dell’allentamento delle misure anti Covid-19, pur ovviamente in notevole calo rispetto al III trimestre del 2019. Un’estate che ha visto le aziende medio grandi riprendere un po’ di fiato, ma che ha visto le piccole imprese riaprire con più difficoltà e molti sforzi.
A tracciare questo scenario sono i dati dell’indagine Veneto Congiuntura di Unioncamere Veneto condotta su un campione di imprese manifatturiere dei territori di Venezia e Rovigo con più di 10 addetti, nel periodo luglio-settembre 2020. Nel complesso, in provincia di Venezia, rispetto al II trimestre sono in ripresa i valori della produzione con un +24%, del fatturato 18,3%, degli ordini interni 14,9% e di quelli esteri 30,5%. Numeri del tutto diversi se confrontati con quelli del III trimestre del 2019 e che registrano una diminuzione della produzione dell’1,4%, del 6,4% nel fatturato, del 3,6% per gli ordini interni e del 3,3% per gli esteri.
Nel dettaglio, si nota come la crisi scatenata dalla pandemia abbia impattato in maniera più pesante sulle imprese di piccole dimensioni che registrano, rispetto al 3° trimestre 2019, cali percentuali, soprattutto nei valori di fatturato, maggiori rispetto alle aziende con più di 50 dipendenti.
Nei dati sulla demografia d’impresa al III trimestre 2020 elaborati dalla Camera di Commercio di Venezia Rovigo si nota, come l’effetto Covid-19 nel terzo trimestre abbia avuto un minor impatto sulla nati-mortalità del sistema imprenditoriale rispetto ai dati in forte calo evidenziati nel trimestre immediatamente antecedente.
Tra luglio e settembre, si sono registrate 738 iscrizioni di nuove imprese in provincia di Venezia comunque ridotte dell’8,7% rispetto alle 808 del terzo trimestre 2019, ma in aumento rispetto alle 624 del secondo trimestre quando erano in calo del 46% rispetto all’anno precedente. D’altro canto le cancellazioni non d’ufficio seguono lo stesso trend attestandosi a 575 l’11,3% in meno rispetto all’anno precedente, ma in aumento del 24% rispetto al secondo trimestre.
Per quanto riguarda l’occupazione, Veneto Lavoro segnala nel III trimestre una ripresa del numero delle assunzioni rispetto al trimestre precedente collegata all’allentamento dei vincoli. Il saldo tra assunzioni e cessazioni nel terzo trimestre 2020 è stato comunque negativo per entrambe le province (-9.335 unità per Venezia e -176 per Rovigo), ma molto ridotto rispetto a quello registrato nel corrispondente periodo 2019 (-21.994 unità per Venezia e -1.160 per Rovigo): tale differenza è collegata sia ai divieti di licenziamento per i contratti a tempo indeterminato, sia al rallentamento delle assunzioni a tempo determinato, avvenuto nel corso del secondo trimestre con una conseguente riduzione del numero di chiusure di questi ultimi. Nell’analisi dei saldi nei primi nove mesi dell’anno Veneto Lavoro rileva infatti una caduta occupazionale più forte nelle province dove le attività stagionali hanno un’incidenza maggiore (Venezia e Verona), con una perdita concentrata nei servizi turistici.
Nel Veneziano il tessuto produttivo a fine settembre 2020 è costituito da 90.010 localizzazioni di impresa attive, un dato in diminuzione rispetto ai valori di settembre 2019 dello 0,5%, condizionato da una contrazione delle sedi di impresa dello 0,6% e delle unità locali dipendenti dello 0,2%. Nonostante il difficile periodo causato dall’emergenza sanitaria, le variazioni congiunturali denotano invece un lieve incremento sia di sedi che di unità locali rispetto al II trimestre 2020.
Tra le sedi di impresa, rispetto al III trimestre 2019, continuano a registrare una crescita costante del 3,2% quelle a titolarità straniera. Tendenza fortemente negativa invece per le imprese femminili, con un calo delle registrazioni dell’11,8%, e più contenuta per quelle a conduzione giovanile, con una diminuzione del 2,5%.
A livello settoriale, le variazioni negative rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente, si registrano per il commercio (-1,6%) e l’agricoltura (-1,5%), seguito da industria (-1,2%), trasporti (-0,5%), e costruzioni (-0,2%). Nel comparto dell’industria si segnala comunque l’aumento del numero di imprese della divisione “Riparazione, manutenzione ed installazione di macchine” che passano da 644 a 697 (+8,7%) e della divisione “Industrie alimentari” che aumentano di 17 unità. In termini percentuali, l’avanzamento più sensibile si registra nei servizi finanziari e assicurativi (+2,7%) e nei servizi alle imprese (+1,1%). Riguardo agli ultimi due comparti, si segnalano incrementi nelle divisioni“attività di servizi finanziari” (+29 unità), “attività immobiliari” (+66 unità), “attività di servizi per edifici e paesaggio” (+44 unità).