L’incontro formativo – promosso dalla Pastorale giovanile diocesana – è aperto a tutti coloro che si occupano dell’educazione e dell’animazione dei giovani nelle parrocchie, nelle collaborazioni pastorali, nelle associazioni e nei movimenti ecclesiali. E offrirà l’opportunità per ascoltare don Luca Peyron, responsabile della pastorale universitaria di Torino e docente di Teologia dell’innovazione all’Università Cattolica di Milano, che ha partecipato come “esperto” al Sinodo dei Vescovi sui giovani ed aiuterà quindi anche a focalizzare e recepire meglio nella realtà veneziana i contenuti dell’esortazione post-sinodale di Papa Francesco “Christus vivit” uscita pochi mesi fa.
L’appuntamento è così fissato per mercoledì 16 ottobre, alle ore 20.30, presso il Centro pastorale card. Urbani di Zelarino. La Pastorale giovanile diocesana, come spiega il coordinatore don Francesco Marchesi, scandirà il suo cammino – assecondando la più ampia proposta della pastorale diocesana – secondo il brano di Atti 8,26-40 (l’incontro tra il diacono Filippo e l’eunuco della regina Candace che porterà al battesimo di quest’ultimo). Questo passo «ci permette di individuare i tre momenti che scandiranno quest’anno pastorale di Pastorale giovanile: il “bisogno di essere vivi” (fino alla Salute) con la fatica e la necessità di comprendere le domande che ci mettono davanti alla sete dell’uomo e al battesimo come dono di cui tornare ad accorgersi; la figura del discepolo e l’urgenza che la vita nuova del battesimo si esprima in una comunità (dalla Salute a Pasqua); una “vita che si comunica vivendo” (da Pasqua al tempo dell’estate), ovvero la missione come espressione naturale della vita battesimale».
Don Marchesi sottolinea inoltre il fatto che «alcuni appuntamenti della Pastorale giovanile intersecano l’attività di altri Uffici diocesani come la Pastorale dei ragazzi, della famiglia e universitaria. Tutto ciò non è casuale. Sta prendendo progressivamente corpo, infatti, un coordinamento in cui attività e proposte si pongano in dialogo costante con le altre dimensioni della vita pastorale. Ci si accorge infatti di come sia vero quanto il Papa insegna nella “Christus vivit”: la cura pastorale dei giovani – in cui essi stessi devono ritrovarsi protagonisti mettendosi in gioco nell’annuncio verso i coetanei – non può più fare a meno di una sinergia reale con la dimensione della famiglia, della vocazione, del mondo del lavoro e della cultura, aperti in modo particolare anche a quelle esperienze pastorali tese ad interpretare la dinamica di una Chiesa in uscita».