Era in un corridoio, adesso sarà nel cuore del complesso. È il crocifisso ligneo del Quattrocento, riscoperto durante l’intervento di riqualificazione delle Muneghette, a Venezia. Ora sarà valorizzato: verrà posto nella cappella allestita nell’edificio. Sabato 12 giugno, al mattino, il Patriarca Francesco Moraglia inaugura la “Casa S. Giuseppe” alle Muneghette, suggellando così l’intervento che ha portato a una rinnovata e moderna struttura polifunzionale dedicata all’aiuto e al sostegno dei cittadini bisognosi del centro storico di Venezia.
«Si è fatto un intervento organico, per mettere insieme le diverse funzioni cui è ora chiamata la casa», spiega Marco Zordan, l’architetto che ha curato il progetto e i lavori. La struttura, un antico convento, nel sestiere di Castello, è di proprietà dell’Ipav, che l’ha concessa in comodato d’uso al Patriarcato di Venezia. Già negli ultimi decenni è stata adibita ad attività sociali e assistenziali; ora fruisce di un sostanzioso intervento – per un investimento di 800mila euro, con fondi della Diocesi per la carità e dell’8xmille – e inizia una nuova stagione. L’antico convento nel tempo aveva infatti subito un degrado rilevante e l’ultimo importante intervento risale agli anni Settanta del secolo scorso.
Il complesso è sviluppato attorno ad un cortile privato ed è composto da tre piani: il convento era completamente rivolto verso l’interno, con le celle delle monache che si affacciavano solo sulla corte. «Non è stata stravolta la tipologia del fabbricato – spiega Zordan – ma per quanto possibile è stata ripristinata. Sono stati recuperati i serramenti, con l’installazione dei doppi vetri, recuperate le celle, i caminetti… In generale, dal punto di vista tecnico, si è tentato di operare con un approccio francescano: non si è fatto nulla di superfluo, così che i costi dei lavori e della successiva gestione siano contenuti, pur garantendo un comfort alto».
Le Muneghette ospiteranno ora la mensa e il dormitorio per i poveri, le sedi della Caritas diocesana e della San Vincenzo, il Consultorio Santa Maria Mater Domini e l’appartamento per una famiglia che vi dimorerà stabilmente: così sarà un punto di riferimento importante per la struttura e per i suoi ospiti. «È stata realizzata – prosegue l’architetto – una cucina secondo tutti gli attuali protocolli igienico-sanitari, con attrezzature di ottimo livello, così da permettere sia di gestire i pasti che arrivassero dall’esterno sia di cucinare direttamente. Sono stati realizzati o adeguati i servizi igienici, si è intervenuti sulle fosse settiche ed è stata fatta una revisione completa della centrale termica, con la sostituzione di alcune parti. Adeguato anche l’impianto di
ventilazione, dotato ora di scambiatori di calore per cui, prima di uscire, l’aria viziata cede il suo calore all’aria in ingresso e si riduce in questo modo il fabbisogno di energia, d’inverno, per scaldare. Si recupera tutto quanto è possibile recuperare». Attenzione è stata prestata ai disabili, sia al piano terra che ai piani superiori: la struttura è stata dotata di un elevatore che collega i diversi piani. Sono stati fatti anche alcuni interventi rilevanti sotto il profilo architettonico. Sì, perché le Muneghette, pur essendo dall’origine una dimora monastica umile, non manca di un paio di episodi importanti: le scale e la cappella erano infatti state disegnate da Baldassarre Longhena.
(dall’articolo di Giorgio Malavasi su Gente Veneta n. 23/2021)