Venezia e Mestre Comuni distinti? Fatichiamo a toglierci un’idea: saranno deboli. Già oggi, in tanti ambiti, ci sono competenze e poteri frammentati. Un’ulteriore frammentazione aumenterebbe problemi e fragilità.
Si sta procedendo, anche dal punto di vista formale, verso il nuovo referendum. Chiamare il popolo ad esprimersi è democrazia, ma invitarlo per la quinta volta in non molti anni deve essere motivato da nuove e più consistenti ragioni. Se qualcuno ci vuole chiarire cosa non abbiamo colto, si proponga.
Le questioni invece ci pare restino del tutto simili. E le conseguenze pure: Venezia Comune autonomo diventerebbe una perla tutta dedita alla gestione del turismo; ma perderebbe quasi del tutto i valori (già abbondantemente persi) della residenza e della produzione.
Mestre autonoma non avrebbe più il traino non solo simbolico di Venezia. I mestrini pagherebbero meno la tariffa dei rifiuti, finora zavorrata dai costi di Venezia? Può essere. Ma le corse degli autobus, se si dovessero basare solo sugli introiti di Mestre, si ridurrebbero. Ed è solo un esempio.
Per non dire, appunto, di servizi e uffici sdoppiati, con anni di probabile semi-paralisi. L’unione – ci pare – continua a fare la forza, la separazione no.
Giorgio Malavasi