Chissà come la penserà il Salvator Mundi, quello vero, alla notizia che il Salvator Mundi dipinto da Leonardo da Vinci è stato acquistato all’asta, a New York, a 450 milioni di dollari…
Abbiamo la netta sensazione che non ne sarà felice. Lui aveva già scacciato i mercanti “dal” tempio; stavolta gli verrebbe da scacciare i mercanti “del” tempio.
E anche Leonardo, nella sua genialità, potrebbe avere qualcosa da eccepire. Ai tempi suoi si dipingevano immagini di Gesù e dei santi per comunicare a tutti la fede e il Vangelo. Dipingere era comunicare, usare i mass media di allora.
Si veniva a conoscere, tramite quei dipinti, e ci si disponeva a pregare e ad agire secondo la Buona Novella. E chi aveva la perizia del saper disegnare e dipingere era considerato sì importante, ma perlopiù non esigeva di esser coperto d’oro.
Per cui saremmo pronti a rivedere un po’ questi pensieri solo ad un patto: che il venditore e l’acquirente del Salvator Mundi si fossero accordati per investire quei 450 milioni di dollari in lavoro per i giovani, tutela per il creato, giustizia sociale, cultura, educazione… Ed è così, vero?
Giorgio Malavasi