Azzardiamo. C’è un filo sottile che lega il no del Parlamento inglese alla Brexit e due “fatterelli” di casa nostra: la chiusura di un’edicola a Mestre (in Gente Veneta in distribuzione da giovedì 17 se ne parla a pag. 22) e il racconto di un Capodanno di gratuità fatto da un lettore (pag. 31).
In Gran Bretagna il piano della May è caduto sulle questioni dei confini con l’Irlanda, delle intese commerciali con l’Europa e delle incertezze politiche (pare che, per queste ragioni, 800 miliardi di sterline siano già fuggiti, in questi mesi, da Londra verso altri lidi finanziari).
Ma al tempo stesso si parla di un ripensamento di vasti settori della società britannica, non più così entusiasti della Brexit e pronti a riprendere in considerazione quel noto proverbio africano: “Se vuoi andare veloce corri da solo, se vuoi andare lontano corri assieme a qualcuno”.
E che c’entra con la chiusura di un’edicola e un veglione di San Silvestro trascorso in un centro di accoglienza della Caritas veneziana per i migranti? C’entra perché la prima dice come, quando scompare un piccolo coagulo di relazioni e di umanità qual è una rivendita di giornali, il tessuto sociale si immiserisce. La seconda testimonia che lo sforzo di superare le diversità – come quella con i migranti – è una fatica che ripaga.
È, insomma, l’eterna ed instabilissima questione centrale della nostra vita: ogni uomo ha un’identità, ma nessun uomo è un’isola. E costruire i rapporti con gli altri, raggiungendo un equilibrio fra l’io e il noi, è il lavoro spossante e mai completato della nostra esistenza.
Il proverbio africano, ma in maniera molto più radicale il comandamento cristiano dell’amore, indicano però quale sia la stella polare di questo viaggio mai del tutto compiuto. In questa vita, almeno.
Giorgio Malavasi