La politica è la più alta forma di carità, diceva un grande Papa, Paolo VI. «Per favore mettetevi in politica, ma per favore nella grande politica, nella politica con la P maiuscola», dice con parole diverse, ma dallo stesso significato, Papa Francesco.
È per questo che si fatica a capire le affermazioni di Marco Sitran, tra i principali esponenti del movimento autonomista che ha promosso il nuovo referendum per la separazione di Venezia in due Comuni.
Secondo quanto riportato dal Gazzettino, Sitran avrebbe detto che «i preti devono occuparsi del divino e della cura delle anime. Invece si occupano di politica, intervenendo con messaggi trasversali ambigui in argomenti che non li riguardano».
Il riferimento è alle parole pronunciate dal Patriarca, sabato sera all’inaugurazione del ponte votivo del Redentore. Nell’occasione mons. Moraglia ha sottolineato il «No all’individualismo, tentazione di sempre che vive anche oggi in ogni forma di separazione ecclesiale e civile».
Una tentazione, questa, che, proiettata sul ruolo e sul compito della città, si può declinare così: «Venezia – ha affermato il Patriarca – è grande se rimane unita, se guarda l’insieme delle sue caratteristiche nella storia antica e recente, la Venezia della terra e quella del mare e dell’acqua».
Affermare queste idee è portare alla comunità un contributo di pensiero, che vuole essere utile affinché tutti decidano responsabilmente ciò che è meglio per il bene comune.
Dire che il Patriarca non deve ingerirsi significa solo cercare di tappargli la bocca. Cosa che si fa, perlopiù, quando non si hanno idee da mettere a confronto oppure quando si ha paura di soccombere nel libero e ragionevole dialogo politico.