Sono giovanissimi, ma fanno cose da adulti. Spesso cose sbagliate, come nel caso dei componenti delle baby gang che hanno imperversato tra Mestre e Venezia negli ultimi tempi.
Ma anche quando non arrivino a tali eccessi, i preadolescenti di questo tempo attuale sono estremamente precoci. Già alla fine della scuola primaria, molti ragazzini hanno pose e comportamenti da teenager. Questi adolescenti in miniatura bruciano le tappe, scimmiottano gli adulti, ritrovandosi però in un mondo per il quale non sono ancora “vaccinati”.
I genitori si sentono disorientati e cadono in mille contraddizioni: sono iperprotettivi, ma al tempo stesso concedono libertà che un tempo – a quell’età e anche oltre – sarebbero state impensabili. Il paradosso è che, entrati precocemente nell’adolescenza, questi stessi ragazzi non la abbandoneranno per lungo tempo. Ritarderanno cioè l’ingresso nell’età adulta, quella delle responsabilità, crogiolandosi nel limbo delle comodità familiari. Il lavoro che non arriva, lo studio universitario che si può diluire a piacimento…. E così l’adolescenza diventa un tempo quasi infinito.
Sarebbe dunque opportuno fare buon uso di tutto questo tempo. Approfittando magari del periodo estivo, che offre opportunità di impegno e svago intelligente.
I Grest ne sono un esempio concreto: per i più piccoli c’è la possibilità di trascorrere le giornate con spensieratezza, ma anche attribuendo un senso più profondo e vero al tempo vissuto con i coetanei. Per i più grandi, c’è la possibilità di sperimentare se stessi nel rapporto educativo verso i bambini: fare gli animatori può essere un modo per rendersi utili, per mettersi alla prova, per comprendere cosa significhi essere degli esempi positivi per qualcun altro. E, perché no, per sentirsi maggiormente responsabili.
Vale per le settimane di animazione al Grest, così come per l’esperienza di volontariato che dovrebbe diventare un percorso obbligato per tutti gli adolescenti. Che siano precoci, che siano problematici o che siano dei ragazzi modello, non importa. Il dono gratuito di sé agli altri è una tappa educativa che va incentivata in tutti i modi.
Serena Spinazzi Lucchesi