Nel momento della prova ognuno dà il meglio di sé. Ed è proprio per questo che bisogna avere fiducia in se stessi. Ad affermarlo è il Patriarca Francesco, in occasione dell’incontro con i giovani della collaborazione pastorale di Cavallino-Treporti.
Un dialogo franco e cordiale, quello di ieri sera, iniziato con la proiezione di un video realizzato dai ragazzi stessi, risultato di un sondaggio – in merito alla situazione giovanile nel territorio – rivolto ad alcuni abitanti della zona. Tante le domande poste – ad esempio, come vedi i giovani di oggi e quali prospettive di lavoro può offrire loro il nostro Comune? – e altrettante le risposte che hanno dato un esito piuttosto contraddittorio. Se è vero infatti che non tutti hanno espresso la propria fiducia nelle nuove generazioni, è vero anche che la maggior parte degli intervistati ha confermato una scarsità di sbocchi lavorativi (tranne i commercianti che hanno riconosciuto nel campeggio e nel turismo una potenzialità concreta da sfruttare).
E le domande non si sono fatte attendere nemmeno per mons. Moraglia, che ha condiviso con i presenti una riflessione personale incentrata proprio sul mondo giovanile. Tra i temi affrontati, quello delle scelte. «Crescere significa scegliere – sostiene – in quanto nessuno può scegliere al posto nostro. E quando facciamo qualcosa, rimaniamo segnati da quella scelta. Il bello della vita è proprio il rischio. Quale idea ho dei giovani? Non ce l’ho, poiché “i giovani” sono un concetto astratto, mentre io considero la persona che ho davanti». Un’affermazione, quest’ultima, volta ad evitare un giudizio che possa far cadere in etichette stereotipate. «Ognuno – aggiunge – ha la propria identità e la capacità di camminare con la propria energia e libertà. Credo che i giovani rappresentino quella categoria di persone che fa chiedere a noi adulti: siamo sulla giusta strada? E, prima di lamentarci, proviamo ad instaurare con loro un rapporto costruttivo».
(con la collaborazione di Alessandra Lazzarini)
Marta Gasparon