Venezia si appresta a rinnovare, nelle giornate di sabato 20 e domenica 21 luglio, la grande festa religiosa e cittadina del Redentore, sempre particolarmente sentita e attesa: da quasi quattro secoli e mezzo, in tale circostanza, migliaia di fedeli attraversano il canale della Giudecca in pellegrinaggio per sciogliere l’antico voto, che risale al XVI secolo, quando la città lagunare fu colpita da una terribile peste (1575 -1577, vedi la nota storica più sotto).
Il programma della festa prevede, secondo la tradizione, alla sera di sabato 20 luglio – alle ore 19 e alla presenza del Patriarca, del Sindaco e delle autorità cittadine – l’apertura e l’inaugurazione ufficiale del ponte votivo (dal lato Zattere) che, attraverso il canale della Giudecca, conduce direttamente al Tempio del Redentore.
Domenica 21 luglio – nella Basilica del SS. Redentore e con inizio alle ore 19 – si terrà la solenne concelebrazione eucaristica presieduta dal Patriarca di Venezia Francesco Moraglia alla presenza delle congregazioni del clero, dei parroci e delle autorità cittadine; al termine, poi, ci sarà la processione eucaristica e la benedizione alla città dall’esterno del tempio.
Al momento dell’omelia il Patriarca Moraglia pronuncerà un’articolata riflessione – offerta in particolare alla Chiesa e alla città di Venezia – che sarà poi possibile reperire, in versione integrale, sul sito diocesano www.patriarcatovenezia.it . Un’altra Messa è prevista anche alle ore 24.30, immediatamente dopo i tradizionali fuochi d’artificio.
Domenica 21 luglio, inoltre, le Messe, nella basilica del Redentore, saranno celebrate nei seguenti orari: 8 – 9 – 10 – 11 – 12 – 16.30 – 17.30.
Al termine delle Messe della domenica, esclusa quella conclusiva presieduta dal Patriarca, i frati sono disponibili ad accompagnare gruppi di persone per una visita al Convento. Nei vicini locali del patronato parrocchiale del Redentore, per l’occasione, è inoltre allestita la tradizionale pesca di beneficenza, finalizzata al sostegno delle missioni dei Frati Cappuccini Veneti (in Angola e Mozambico) nonché per le necessità della parrocchia.
Le origini della festa. Nel triennio 1575 – 1577 la Serenissima fu scossa dal flagello della peste. Favorito dall’altissima concentrazione di abitanti, il morbo serpeggiò a lungo e causò moltissime vittime: quasi 50.000, più di un terzo della popolazione. Il Senato, il 4 settembre 1576, deliberò che il Doge dovesse pronunciare il voto di erigere una chiesa dedicata al Redentore, affinché intercedesse per far finire la pestilenza. Ogni anno la città avrebbe reso onore alla basilica, nel giorno in cui fosse stata dichiarata libera dal contagio. Il 13 luglio 1577 la pestilenza fu dichiarata definitivamente debellata e si decise di festeggiare la liberazione dalla peste la terza domenica del mese di luglio, con una celebrazione religiosa e una festa popolare.