Venezia caso di studio per l’accoglienza di persone bisognose di protezione. La Caritas italiana ha scelto l’esperienza in corso nella città lagunare a cura della Caritas veneziana – e con essa quella in corso a Bologna – come esempio da capire e imitare.
L’obiettivo è ampliare le vie legali di accesso degli stranieri in difficoltà. Lo strumento per capire meglio quel che si è fatto e si potrà ancora fare sarà un meeting di due giorni, che si terrà tra Venezia e Mestre, mercoledì 9 e giovedì 10 marzo.
Il meeting è la tappa di partenza di un progetto triennale di ricerca sostenuto dall’Unione europea, di cui la Caritas italiana è, appunto, capofila. Tre i Paesi interessati: oltre all’Italia (partecipano, oltre alla Caritas, anche Consorzio Communitas, Diaconia Valdese, Università di Bologna), il Belgio (con Caritas Belgio, Governo del Belgio – FedAsil, Università di Leuven) e l’Irlanda (con Nasc, associazione per i rifugiati).
«Venezia e Bologna – spiega Martina Libertà, della Caritas veneziana – sono state scelte per dare il via a questo progetto e per far sì che i partner possano conoscere le realtà di accoglienza messe in campo: nel caso nostro i Corridoi umanitari e i Corridoi universitari. L’obiettivo è capire come Venezia e i partner coinvolti hanno organizzato l’accoglienza di stranieri coinvolgendo le comunità territoriali, parrocchiali e non solo».
Nei due giorni del meeting la quarantina di partecipanti, perlopiù stranieri, alterneranno i momenti convegnistici – nell’auditorium del Seminario, all’avvio interverrà anche il Patriarca – e le visite sul territorio per vedere come si fa accoglienza.
Fra queste ci sarà la tappa alla Casa studentesca San Michele a Mestre, dove sono ospiti tre giovani somali inquadrati nei Corridoi universitari, quella a Zelarino, dove la parrocchia ospita due donne dal Camerun, e quella a Casa di Amadou, a Marghera, dove sono alloggiati migranti aiutati ad avere un tetto e trovare inclusione. Inoltre ci sarà una visita al Centro Boa di Tessera, la struttura d’accoglienza per richiedenti asilo politico, organizzata nell’ex forte Rossarol.
Giorgio Malavasi