Con la Pastorale Universitaria lo scorso settembre tre nuove volontarie hanno cominciato a svolgere il loro anno di servizio civile universale.
La Pastorale infatti dà la possibilità di svolgere un anno di servizio nella sua realtà grazie alla stesura di un progetto in accordo con il ministero della Difesa. Quest’anno il team della Pastorale universitaria è tutto al femminile – loro sono Cecilia Mazzer, Maddalena Sabatini e Sofia Baldacci – ed è impegnato, come sempre, nell’ideazione e promozione di attività per universitari.
Come avete trovato e conosciuto la Pastorale Universitaria?
Risponde subito Maddalena, la più giovane delle tre, classe 2002, che finirà la triennale in lingue quest’estate: «Attraverso amici e studenti, ho iniziato a frequentare le attività proposte dalla Pastorale Universitaria e soprattutto gli appuntamenti consueti del lunedì presso il Centro Scalzi a Venezia, dove venivano affrontati temi di vario genere dopo la recita dei vespri. Ogni lunedì si affrontavano temi nuovi ma sempre interessanti per me, per la mia crescita di ragazza universitaria a tutto tondo». Maddalena ha conosciuto la Pastorale lo scorso anno e da allora non ha voluto mollarla. Anche Sofia ha conosciuto questa realtà «quando un’amica mi ha invitato a studiare alle aule studio» e non se n’è più allontanata perché «è un modo per stare fraternamente e per vivere la fede in Gesù che si dona nella Chiesa all’interno di una comunità in cui ci si sente accolti e sorretti dagli altri universitari e da chi ci guida».
Ma allora perché il servizio civile?
«Perché era il modo più efficace per poter passare alla parte organizzativa; quindi passare da fruitrice del servizio a organizzatrice, diventando parte attiva dell’ambiente». Sofia e Cecilia riconoscono il valore aggiunto che ha portato la Pastorale universitaria al loro percorso universitario. Ad esempio, Sofia, studentessa fuorisede già da tre anni e che fin da subito si è impegnata in questa realtà, sostiene che questo «è un porto sicuro per la mia vita, è un accompagnamento nella fede, mi ha sempre aiutato a leggere la vita e ciò che accade con le competenze che derivano dal fatto che chi mi parla e ascolta condivide un comune percorso accademico. Volevo quindi rimanere all’interno di tale realtà ma spendermi in maniera più attiva, aiutando operativamente don Gilberto Sabbadin, il responsabile della Pastorale universitaria che ci guida a elaborare le proposte e ci accompagna nel cammino».
Cosa vi piace di più della Pastorale Universitaria e del lavoro che svolgete?
Tutte e tre sono molto motivate dall’idea di lavorare da studenti per studenti: «È bello poter creare attività ed eventi come quelli di cui noi siamo state fruitrici in passato, dagli incontri di attualità come quello tenuto dal prof. Arseni Petrov sull’arte russa di fronte alla guerra a quelli culturali come il ciclo di incontri sulla letteratura cristiana, dalle testimonianze di vita ai momenti di fede vissuta tramite l’arte dei mosaici di San Marco. Queste attività, ritmate da appuntamenti liturgici e sacramentali, sono state per noi molto fruibili e penso che potrebbero esserlo anche per altri studenti universitari perché partono sempre da interessi di volta in volta manifestati, mettendo a frutto delle conoscenze peculiari. È un modo avvincente di fare proposte culturali, avendo come obiettivo la crescita della persona nella sua integralità». Così si esprime Maddalena, mettendo in luce una caratteristica fondamentale della Pastorale universitaria: le proposte nascono sempre in un clima di condivisione e confronto, si lavora in équipe e viene data attenzione a ogni proposta e richiesta, facendola confluire per il bene comune. Cecilia, classe 2000, verso la fine del suo percorso universitario, sollecita in questi termini: «Vivo in una casa con 90 studentesse e vado all’università; eppure non ne ho mai abbastanza di cercare nuove persone, conoscere gente e cercare con tutti un dialogo, anche con chi non condivide i miei ideali. In Pastorale universitaria abbiamo la possibilità di mettere i nostri talenti al servizio della Chiesa di Venezia, che è la comunità cristiana che ci ha accolti e continua ad accoglierci durante il periodo dei nostri studi universitari».
Cosa dà in più la Pastorale universitaria rispetto ad altri servizi?
Sofia è convinta: «La Pastorale trasmette i valori della fede cristiana in un mondo laico, ma non lo fa in modo noioso, anacronistico. Lo fa in modo coinvolgente perché parla di noi, delle nostre vite e alle nostre vite. È, poi, un luogo in cui non ci si sente annichiliti, giudicati o sminuiti, ma un posto che ci invita a sognare e fare cose grandi e sperare nella bellezza della vita, un luogo e un tempo dove meglio discernere la vocazione che Dio affida a ognuno». In Pastorale universitaria, partendo da interessi comuni, che riguardano l’attualità o l’ambito culturale e accademico, si propongono approfondimenti che coinvolgono anche docenti e persone competenti nelle varie specialità, a favore di un percorso di crescita, nel quale la testimonianza cristiana è parte integrante per scoprire quanto è determinante il Vangelo per una vita buona e compiuta.
E quindi la fede come la vivete all’interno della Pastorale Universitaria?
Cecilia dice: «Grazie a Maddalena abbiamo iniziato a capire concretamente come portare il Vangelo più vicino ai giovani e agli studenti e don Gilberto si è speso molto per fare questi primi commenti anche sui social. Lei è la nostra anima social: ha creato contenuti video di commento al Vangelo della domenica, ha tante idee per rendere meno noiosa la proposta di fede, senza la solita lezioncina». Anche Sofia riconosce che la fede in Pastorale si vive in maniera autentica soprattutto grazie al confronto con gli altri studenti e le varie figure di sacerdoti come don Gilberto e frati che si affacciano alla nostra porta e che non hanno mai risposte scontate.
Una curiosità: quali sono le vostre passioni da mettere in campo?
Le tre in coro rispondono «La cucina!: la possibilità che offre questo servizio anche grazie alla sede che abbiamo a disposizione al Centro Scalzi è quella di mangiare spesso insieme e di poterci cimentare ai fornelli». Cecilia non sa scegliere: «Forse ho troppi hobby, perché mi interesso un poco a tutto, poi me ne dimentico e ogni tanto ritornano: grazie alle proposte della Pastorale mi sono ricordata di altri interessi che avevo lasciato in fondo al cassetto». Sofia ribadisce: «Nel giardino del Centro Scalzi ci viene data anche la possibilità di sgranchirci nelle pause dallo studio facendo un po’ di giardinaggio… io non sono capace ma mi piace».
Novità, prossimi eventi e idee?
Sofia e Cecilia, studentesse di filosofia, sono entusiaste all’idea del ciclo di incontri sulla bioetica organizzato con l’associazione Gremio di Bioetica e la scuola diocesana di teologia San Marco Evangelista: «Il metodo che abbiamo deciso di usare anche questa volta è quello di coinvolgere gli studenti e partire dalle loro passioni, dai loro interessi», spiega Cecilia. Maddalena subito dopo aggiunge: «I social ci aiuteranno molto in questi incontri, vorremmo usarli il più possibile!». Sofia allora conclude: «Attendiamo sempre nuovi universitari e non vediamo l’ora di vederli sia agli incontri dei lunedì che alle aule studio! Noi di certo siamo cariche!».