Con una lettera il Metropolita Gennadios ringrazia il Patriarca Francesco per la vicinanza espressa alla comunità ortodossa per la morte del piccolo Mihail Birca.
Questa tragica vicenda ha segnato il veneziano e le comunità cristiane nei giorni scorsi. Mihail, di 2 anni, figlio del parroco della comunità ortodossa di Mestre dell’Arcidiocesi Ortodossa di Italia e Malta, padre Anatolie Birca, ha ingoiato una vite mentre giocava nel giardino di casa. La famiglia vive a Zelarino.
Drammaticamente, è morto dopo cinque giorni di agonia e di ricovero in rianimazione. Al bambino, giunto in arresto cardiaco in ospedale, i medici erano riusciti ad estrarre la vite che aveva ostruito le vie respiratorie e a riavviare il battito cardiaco; ma i danni da mancata ossigenazione erano risultati troppo gravi per la ripresa.
Il Patriarca Francesco Moraglia ha voluto raggiungere la famiglia e la comunità ortodossa di Mestre attraverso una lettera al padre: «Camminiamo insieme, carissimo padre Anatolie, nella certezza che un piccolo angelo veglia sulla tua amata e provata famiglia, sulla tua comunità parrocchiale e sull’intera Arcidiocesi guidata da Sua Eminenza il Metropolita Gennadios. E veglia su tutte le nostre Chiese, perché sia più certo e più vero il cammino che ci porta all’unico Signore».
Martedì 9 giugno, dall’Arcidiocesi Ortodossa per l’Italia e l’Europa Meridionale del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli è giunta una lettera di ringraziamento al Patriarca Francesco per il suo interessamento.
A scrivere è il Metropolita Gennadios: «Beatissimo Patriarca, non trovo parole per esprimere la mia gratitudine per la Sua preziosissima lettera…l’unità e la preghiera con tutta la Comunità Ortodossa di Vostra Beatitudine ha commosso tutti e particolarmente me, che ringrazio infinitamente ed auspico ad Essa un “grandissimo sincero e fraterno grazie” per la Sua partecipazione al nostro profondissimo dolore. Dovete sapere Sua Beatitudine, che Essa sta nel mio cuore ed io prego sempre per Essa e per tutto il meraviglioso popolo italiano, particolarmente per la comunità cattolica di Venezia».
Marco Zane