La terza giornata di Visita pastorale nella Collaborazione di Quarto d’Altino-Portegrandi si è aperta questa mattina con l’incontro con il gruppo Caritas e missionario. Una realtà che – com’è stato spiegato al Patriarca – è aumentata di numero negli anni e che è in grado di offrire un sostegno concreto alle famiglie più bisognose. E le persone incontrate – anche quelle straniere – arrivano alla Caritas non solo in cerca di vestiario, ma anche con l’intento di condividere il proprio vissuto, le proprie confidenze, dando così vita a relazioni belle e preziose.
«La Caritas è insostituibile; a livello nazionale è impegnata su tutto il territorio italiano e cerca di aiutare la nostra società in questo momento non semplice da affrontare sotto diversi aspetti», ha commentato mons. Moraglia, che ha sottolineato come chi ha scelto di prestare servizio nel gruppo Caritas non abbia fatto la scelta dell’operatore sociale, ma di colui che si apre all’altro tenendo presente le opere di misericordia materiali e spirituali. «La Visita pastorale – ha aggiunto – vuole rilanciare la Caritas perché la vita di fede deve diventare vita di amore. Le nostre opere devono mostrare la nostra fede».
Dopo la visita al magazzino vestiario, a mons. Moraglia è stata offerta una colazione a base di tè e dolci tipici di alcune zone del mondo. Un momento, questo, che ha permesso al Vescovo di Venezia di incontrare anche due giovani donne di religione musulmana; Zaua, insieme al figlio, ha espresso la sua gratitudine per quanto la Caritas fa per lei e ha spiegato di aver voluto essere presente, questa mattina, poiché ci teneva a conoscere il Patriarca.
Marta Gasparon