Si svolgerà il 4 dicembre, nella sala conferenze di Casa Accademia, a San Vio, la cerimonia di assegnazione delle tre borse di studio messe a disposizione per l’anno accademico 2024-2025 dal Centro di Pastorale universitaria Santa Fosca.
I tre studenti beneficiari, uno per ciascuna Casa studentesca gestita dall’associazione, sono stati scelti secondo criteri di reddito, merito e coinvolgimento nel cammino di fede e comunità che le Case diocesane propongono a chi le abita.
«Ciò è stato reso possibile dal lascito di don Valerio Comin, storico segretario del Patriarca Marco Cé – spiega don Fausto Bonini, fondatore dell’esperienza CPU –. Nell’autunno 2023, durante una delle mie visite quando don Valerio era malato, lui mi disse espressamente che da un lato desiderava mettere a disposizione qualche risorsa per incentivare l’approfondimento e lo studio della figura di Marco Cé, mentre dall’altro aiutare universitari meritevoli, che fossero però in difficoltà, a sostenersi economicamente». Dopo la morte di don Valerio, don Fausto si è quindi impegnato per realizzare quanto promesso e, per il secondo obiettivo affidatogli, ha stanziato parte della cifra ricevuta per borse di studio da assegnare a universitari che abbiano scelto la proposta comunitaria della Case studentesche del CPU.
Presso quella di Santa Fosca, San Michele e Catecumeni viene infatti proposto ai giovani che vi abitano di vivere un’esperienza di vita comunitaria cristiana, perché i loro anni universitari non siano significativi soltanto per la formazione accademica, ma anche per la loro crescita umana.
«Il lascito di don Valerio – continua don Bonini – andrà a sostenere tre giovani, affinché possano dedicare il proprio tempo e le proprie energie allo studio e all’esperienza umana e di fede proposta dalle Case e dalla Pastorale, senza dover ricorrere ad un lavoro per mantenersi e senza gravare sulla famiglia».
Il desiderio è quello di riuscire a portare avanti, nei prossimi anni, quanto si avvia oggi grazie a don Comin. «Sarebbe bello che anche altri decidessero di mettere a disposizione qualche risorsa per aiutare i nostri giovani – continua don Fausto –. Primi destinatari di questo mio appello sono sicuramente i molti che sono passati dalle nostre Case e sanno cosa significhi essere fuori sede e quanto sia importante avere la libertà di dedicarsi anche alla propria crescita personale e non solo a quella accademica».
Anche don Gilberto Sabbadin, direttore dell’Ufficio diocesano di Pastorale universitaria e assistente del CPU Santa Fosca, si unisce all’appello: «La proposta che porta avanti il CPU è nata nel 1981, quando il Patriarca Cé chiese a don Fausto di immaginare un progetto diocesano che fosse segno concreto di accoglienza, da parte della Chiesa veneziana, nei confronti degli studenti universitari. Oggi la nostra Chiesa continua l’opera attraverso l’associazione, ma soprattutto grazie ai tanti laici e consacrati che si mettono a servizio di questi giovani svolgendo un vero servizio di Pastorale universitaria. Sarebbe bello che la testimonianza di don Valerio parlasse alla Chiesa veneziana tutta e che chi può scegliesse di sostenere qualche giovane attraverso un aiuto economico».
Il progetto delle Case studentesche diocesane è davvero prezioso e l’intuizione avuta più di 40 anni fa continua a rivelarsi profetica e a fare scuola anche a livello nazionale. «Vengono a trovarci anche da altre diocesi – prosegue don Gilberto – per conoscere quest’esperienza, per incontrare i nostri giovani e per toccare con mano la bellezza di questa esperienza, che segna in modo importante le vite dei ragazzi che la scelgono».
«Sarebbe davvero un aiuto che costruisce futuro», conclude don Fausto. Per chi volesse maggiori informazioni, ci si può rivolgere alla direzione dell’associazione via mail (amministrazione@cpuvenezia.it) o telefonicamente (041.715775).
Lorenza Fasolo