Sabato 21 maggio prossimo, pregando il rosario e con una Messa solenne, il Patriarcato di Venezia vivrà una mattinata di festa presso la Basilica della Madonna della Salute con l’atto di consacrazione alla Vergine Maria nel centenario dell’incoronazione dell’icona della “Mesopanditissa”, che per tutti i veneziani è la “Madonna della Salute”.
Un gesto di ringraziamento e di affidamento insieme: in un tempo storicamente segnato dalle conseguenze del Covid-19, dalle malattie e da nuove guerre, il Patriarca affiderà Venezia, la Diocesi e il mondo intero alla Beata Vergine Maria per chiedere anche la fine della pandemia e la pace in Ucraina. Si inizierà alle 9.30 con il rosario guidato dalla Pastorale familiare diocesana. Alle ore 10 il Patriarca Francesco svelerà l’icona della Vergine e presiederà la S. Messa solenne. La celebrazione rinnova e si pone in continuità con l’antico voto della Serenissima.
La prima incoronazione avvenne il 23 aprile del 1922, ad opera del cardinale patriarca Pietro La Fontaine. Il centenario costituirà un appuntamento di festa per tutta la Chiesa veneziana dedicato anche al decennale dell’ingresso Patriarca Francesco Moraglia in questa Diocesi.
Sabato prossimo saranno anche donati dei nuovi diademi votivi, che non sostituiranno quelli della festa del 21 novembre, ma potranno essere esposti in altre occasioni. I due nuovi diademi non sono stati acquistati, ma sono a loro volta un duplice dono.
Infatti, fondendo alcuni gioielli già precedentemente donati alla basilica della Salute dai fedeli, in quanto offerte votive, Nardi, storica gioielleria di Venezia il cui prestigio è riconosciuto in tutto il mondo, ha voluto offrire le sue competenze e abilità per realizzare le due nuove corone che costituiranno un ulteriore segno della fedeltà e dell’affetto dei veneziani a Maria. La corona più grande ornerà il capo di Maria, mentre la minore quello del Cristo Redentore, rispettando gli stessi supporti già presenti sulla tavola e che normalmente sostengono i gioielli della festa del 21 novembre.
Da più di tre secoli i pellegrini che giungono alla Basilica della Salute venerano l’immagine della Madonna con il titolo di Mesopanditissa, che è posta al centro dell’altare maggiore, opera di Jouste Le Court. L’icona è giunta dall’isola di Candia il 26 febbraio 1670 portata da Francesco Morosini (che nel 1688 sarà eletto 108° doge della Serenissima). Il 21 novembre dello stesso anno essa venne collocata nella nicchia dell’altare. I candiotti la chiamavano “Madonna di San Tito”, perché ritenevano che fosse stata dipinta da San Luca, che poi l’avrebbe donata al loro primo vescovo, Tito. Tuttora è chiamata anche “Mesopanditissa”, che significa “Colei che si interpone per mediare” o “Mediatrice di tutte le grazie”, per questo è venerata anche come portatrice di pace. Dinanzi alla sua immagine i veneziani e i candiotti, nel 1264, posero fine alla guerra che li aveva visti coinvolti per un sessantennio.
Nel 1922 il Patriarca Pietro La Fontaine incoronava l’icona come segno di rinnovazione dei voti della Serenissima e come ringraziamento per la protezione che Maria aveva ancora rivolto a Venezia durante la Prima Guerra mondiale, nonché come atto di affidamento per l’epidemia di febbre “spagnola”. Ora il Patriarca Francesco rinnoverà l’antico voto compiuto dalla Serenissima per ringraziare della protezione durante la pandemia e chiedere la pace in Ucraina e nel mondo intero.