Quanto pulsa la vita delle parrocchie in questi giorni? E come tener vivo un cammino di fede? Dipende dalla dimestichezza con gli strumenti di comunicazione, ma anche da precise scelte di opportunità.
«Ho invitato i bambini, via social, a fare un piccolo disegno» (quell’“Andrà tutto bene” tanto in auge oggi). I genitori lo portano all’altare della Madonna. È una semplice iniziativa. Vi accenna don Renato Mazzuia, parroco a S. Antonio, Lido di Venezia. Dove la chiesa per ora rimane aperta.
Lido, tutti i social e un ciao da distante. Ci sono degli appuntamenti “fattibili”? «Ogni sera preghiamo insieme compieta, con animatori dei giovani e catechisti, su Zoom», una piattaforma digitale in cui ci si può vedere e parlare, dal computer o dallo smartphone. Utile anche per l’angelus quotidiano. I “gruppi” di whatsapp “tirano” molto. «Registro l’omelia feriale e mando un piccolo video ai catechisti. Non siamo attrezzati per trasmettere in streaming la messa della domenica, ma la mando in differita su youtube».
Naturalmente sono strumenti per “esperti”. Con gli altri vale la classica telefonata. O un saluto di persona, a debita distanza, se passano in chiesa. «Le varie équipe di educatori hanno qualche momento di condivisione su Zoom, Google Meet o altre piattaforme. Preparo agili video di catechesi per i bambini. E una breve omelia per la domenica».
Jesolo, l’adorazione continua. «Le chiese sono aperte e ci adeguiamo alle disposizioni date». Don Lucio Cilia guida le parrocchie di S. Maria Ausiliatrice e Ss. Liberale e Mauro, Jesolo Lido. L’adorazione eucaristica continua nelle due chiese secondo i rispettivi orari. «Alcuni si ritrovano spontaneamente per pregare insieme lodi e vespri».
«Il foglietto parrocchiale esce sempre. Lo inviamo via mail e su altri social, assieme alle schede della diocesi». Oltre al telefono, va molto whatsapp. «Mando il vangelo del giorno con una breve spiegazione». Capitolo a parte, le borse Caritas: «Le consegniamo solo a poche persone».
Caorle, il rosario pregato insieme in video. A Caorle c’è la proposta del rosario in famiglia, alle 20.30. A distanza… ma «alcuni si danno appuntamento su una stessa piattaforma, come Google Chrome o Zoom, per pregarlo audiovisivamente assieme. Allo stesso modo ci scambiamo informazioni pratiche: ad esempio, se esce un’ordinanza nuova». Lo segnala il parroco, don Danilo Barlese, che inoltre precisa: «Invio sistematicamente i sussidi della Cei, della diocesi, dell’ufficio catechistico… e un saluto quotidiano. Ho fatto girare differenti testi della Via Crucis». C’è poi un percorso di preghiera per i bambini del catechismo. «Il foglietto non lo stampo, ma lo invio… Stiamo vedendo se è possibile trasmettere in diretta almeno qualche messa: non è così semplice… Al momento, suggerisco di seguire quella del Patriarca».
Gambarare, spazio per telefono e whatsapp. A Gambarare «è tutto fermo», registra con un po’ di disarmo don Dino Pistolato, parroco di S. Giovanni Battista. «Comunichiamo soprattutto per telefono e whatsapp. Domenica abbiamo trasmesso a tutti i catechisti e collaboratori la benedizione eucaristica di mezzogiorno, dopo la preghiera dell’Angelus. Non vogliamo enfatizzare troppo la situazione, ma dare qualche messaggio essenziale». Il foglietto parrocchiale esce regolarmente ed è pubblicato sul sito della parrocchia, anche con qualche riscontro positivo. Mentre «in chiesa non passa praticamente nessuno. C’è un clima depresso, di paura e preoccupazione. A livello vicariale ci sentiamo fra preti, scambiamo opinioni o informazioni sui confratelli anziani». Per il resto, si fa quel che si può. «Saremmo pronti per preparare gli ulivi… E attendiamo di capire come fare per le prime confessioni e le prime comunioni, previste, queste ultime, per il 19 aprile…».
San Pietro Orseolo, il foglio viaggia per mail. Sobrio anche il profilo tenuto da don Corrado Cannizzaro, parroco di S. Pietro Orseolo, Carpenedo. «Ci serviamo del telefono e dei vari gruppi whatsapp. In particolare, a quelli di catechismo inviamo il materiale della diocesi». Il foglietto parrocchiale viaggia per e-mail. La chiesa comunque continua ad essere visitata. «Riguardo alla messa della domenica, ritengo che sia meglio che i fedeli convergano su quella in diretta del Patriarca, senza moltiplicare messe in tv».
Quarto d’Altino, c’è ritorno alla preghiera. Infine, don Gianpiero Lauro racconta come va a Quarto d’Altino, parrocchia di S. Michele Arcangelo. «Tre preti qui e uno ad Altino: ci vediamo, ci sentiamo. Cerchiamo di essere vicini alla gente con i mezzi a disposizione: stiamo organizzando qualche appuntamento a distanza, in streaming, come un rosario perché finisca quest’epidemia… Mentre noi preti celebriamo la messa, i fedeli sono invitati a pregare un Padre Nostro». Non serve toccare le maniglie per entrare in chiesa, dice: «Le porte sono spalancate. Ogni tanto facciamo un giretto in chiesa e se c’è qualcuno scambiamo due battute, un saluto». Per i bambini non ci sono proposte particolari. Se non all’asilo parrocchiale, «dove danno compiti, attività da fare in famiglia». Per la domenica ai fedeli suggerisce i sussidi della diocesi.
Com’è l’umore della gente? «Sono tutti molto colpiti. In genere sentono il bisogno di venire a pregare. Anche qualcuno che abitualmente non frequenta».
Giovanni Carnio