Domenica 13 giugno la reliquia di Sant’Antonio conservata a Venezia andrà in pellegrinaggio a Padova. Ma qual è la storia di questo oggetto di devozione e perché normalmente viene conservato a Venezia?
La devozione a Sant’Antonio di Padova in Venezia risale agli anni immediatamente successivi alla sua morte, avvenuta ad appena 36 anni nel 1231, ed è anche uno dei co-patroni della Città di Venezia. Dal 1645 al 1669 una lunga ed estenuante guerra con l’Impero Ottomano veniva combattuta tra la Dalmazia e le isole dell’Egeo, in particolar modo sull’isola di Creta (chiamata Candia dai veneziani).
Creta/Candia con la sua posizione strategica era il più grande, il più importante e il più ricco avamposto veneziano nell’Egeo. Essendo l’isola già occupata in parte dai turchi, che ne assediavano la fortezza veneziana, la Repubblica ricorse anche alle “armi della diplomazia” per cercare di raggiungere una tregua o, quantomeno, ottenere il rinforzo di altre potenze straniere. Negli stessi anni la marcia degli ottomani in Transilvania minacciava l’Impero Asburgico. Su proposta di Giovanni Grimani, che era stato podestà di Padova, nel 1651 la Serenissima “Dominante” fece voto a Sant’Antonio per chiedere la cessazione delle ostilità. Così, nell’erigendo tempio della Salute, progettato dal Longhena, si decise di realizzare un altare votivo al Santo. La pala d’altare di Pietro Liberi rappresenta una allegoria di Venezia in forma di nobile donna con abiti dogali che, in ginocchio, prega il Santo di Padova di intervenire soccorrendo le navi da guerra veneziane, che indica con una mano.
La reliquia venne trasferita a Venezia nel 1652 e da allora ininterrottamente, il 13 giugno di ogni anno, si svolge la celebrazione per sciogliere il voto. Attualmente il Capitolo Metropolitano della Basilica Cattedrale di San Marco con le Nove Congregazioni del Clero veneziano continua, annualmente, a sciogliere il voto con una Santa Messa che quest’anno si celebrerà nella mattinata di sabato 12 giugno, con l’esposizione della reliquia. Fino agli anni ’50 del Novecento anche per la festa di Sant’Antonio si realizzava un ponte votivo di barche per raggiungere più rapidamente la Basilica della Salute. La reliquia è sempre stata esposta il giorno della festa sull’altare di Sant’Antonio per la devozione dei fedeli.
Lo storico Mons. Antonio Niero scrive: “Le difficoltà opposte dai padovani non furono da poco; alla fine la reliquia fu concessa ed entrò in città il 9 giugno, per la via del Brenta, con un corteo fastoso puntualmente descritto dai cronisti, ed accolta come si soleva fare per i grandi personaggi. Dal reliquiario di S. Marco, dove era stata collocata, fu condotta con processione solenne dal Doge, dal Senato, dal Clero e popolo lungo un ponte di barche gettato sul Canal Grande, sino in Basilica della Salute il 13 dello stesso mese. Progettò l’altare il Longhena, proto della basilica; nel 1656 era già compiuta la pala commissionata al pittore padovano Pietro Liberi; l’anno dopo l’altare era ormai terminato”. (Tratto da: Antonio Niero, “I santi Patroni”, in “Culto dei Santi a Venezia”, Biblioteca Agiografica Veneziana secondo volume, Venezia, Studium Cattolico Veneziano, 1965, pp. 77-98).