Dei sei preti ordinati 60 anni fa, cinque (don Bruno Trevisiol, don Paolo Trevisan, don Aldo Marangoni, don Gianni Dainese e don Carlo Seno) lo furono dal patriarca Roncalli il 22 giugno del 1958 nella Basilica della Salute, mentre don Giorgio Fedalto venne ordinato dal vescovo ausiliare Giuseppe Olivotti. I primi tre sono inoltre deceduti, l’ultimo dei quali, don Aldo Marangoni, l’8 aprile scorso.
Monsignor Carlo Seno all’età di 83 anni (nato a Venezia il 26 marzo del ’35) è ancora in attività pastorale come amministratore parrocchiale a San Zaccaria a Venezia. Entra in seminario minore, che allora era ancora alla Salute, in prima media «come può entrare un bambino di 10 anni… e dopo pochi mesi – racconta – ho sentito nascere la vocazione. Ero orientato a studiare musica, ma ero troppo piccolo per il Conservatorio, per cui il mio parroco di San Polo, monsignor Tullio Ferrarese, mi indicò il seminario come scuola dove avrei potuto studiare musica».
I primi anni. Appena ordinato viene subito assegnato come cappellano nella sua parrocchia di San Polo, dove rimane per otto anni. Contemporaneamente il patriarca Urbani, succeduto a Roncalli, diventato Papa, e che ha come vicario generale monsignor Sandro Gottardi, gli affida l’incarico di insegnare lettere alla scuola media del seminario, di cui era allora rettore monsignor Valentino Vecchi, e lo fa iscrivere a Lettere all’Università di Padova, dove si laurea nel ‘64 con una tesi che ha come relatore il famoso professore di Letteratura Italiana Vittore Branca.
Il rapporto con Roncalli. Molto intenso il rapporto con il patriarca Roncalli, al quale don Carlo fu «molto vicino, perché vicino a monsignor Capovilla e da seminarista venni nominato caudatario… vestito tutto di rosso nelle celebrazioni. Frequentavo molto la casa del patriarca, per aiutare don Loris, ed ero come un secondo segretario. Quando Roncalli andava d’estate in vacanza a Sotto il Monte dalla sua famiglia, poiché don Loris restava a Venezia, io gli facevo da segretario, nel ’57 da diacono e l’anno dopo da prete, pochissimi mesi prima che diventasse Papa. Per me è stato un rapporto molto importante, di riflessione e preghiera».
All’inizio del ’66, morto il parroco di San Polo, don Carlo da cappellano diventa amministratore parrocchiale e sei mesi dopo vice del rettore del seminario monsignor Aldo Da Villa, per cui la parrocchia venne affidata ai Frari. Morto il rettore Da Villa l’anno dopo don Carlo viene nominato direttore spirituale del seminario patriarcale, servizio che svolgerà per trent’anni fino al 1997, insegnando oltre a Lettere anche Teologia fondamentale e Sacramentaria.
Gli otto patriarchi e il lavoro in seminario. Otto i patriarchi conosciuti da don Carlo, dai primi anni del seminario ai giorni nostri: Piazza, Agostini, Roncalli, Urbani, Luciani, Cè, Scola e l’attuale Patriarca Moraglia. Cinque i rettori durante il suo servizio in seminario: da Bressan a Vecchi, Da Villa, Giuliano Bertoli per ben 29 anni e l’ultimo anno con don Lucio Cilia. «Molto impegnativa e importante questa esperienza – per don Carlo – perché si trattava di guidare una barca in mezzo alla tempesta e di trovare un equilibrio, andando incontro alle aperture senza esaltarsi e mantenendo i valori di fondo di fedeltà alla Tradizione: alcuni si esaltavano per le aperture anche in modo imprudente, mentre altri si aroccavano nella conservazione».
Tutti i seminaristi e i preti dei primi trent’anni postconciliari, dal ’67 al ’97, e in alcuni momenti anche i primi diaconi permanenti lo hanno avuto come guida spirituale, dopodichè fu nominato parroco di San Zaccaria, incarico che nel 2013, per raggiunti limiti di età, venne trasformato in quello attuale di amministratore parrocchiale. «Il passaggio da padre spirituale a parroco non è stato un cambiamento pesante – sottolinea – perché avevo sempre svolto servizio nelle parrocchie alla domenica mattina: a Sacca Fisola con il parroco don Otello Toselli, a Catene anche il sabato pomeriggio, ai tempi di monsignor Giuseppe Molin, e a Trivignano con il parroco don Armando Battistich».
La festa a Catene e il dono del Patriarca. E a Catene monsignor Carlo Seno è stato festeggiato per questo suo giubileo di 60 anni di sacerdozio. Nell’incontro di preghiera del 17 aprile scorso in seminario per celebrarlo i preti, con il contributo economico anche del Patriarca Fracesco, hanno regalato a don Carlo il libretto “Vivere con gioia”, una raccolta di scritti che don Carlo ha pubblicato settimanalmente sul foglietto parrocchiale “Il Cartiglio” e l’immaginetta da lui scelta del Volto di Cristo, un particolare del dipinto dell’Incredulità di San Tommaso del Caravaggio.
A scrivere la prefazione di questo volumetto è stato proprio il Patriarca Moraglia, che gli ha rinnovato «un sincero grazie per il lungo e generoso servizio reso alla nostra amata Chiesa che è in Venezia e, in particolare, al suo Seminario».
Un libretto che è la continuazione di quello analogo pubblicato per il 50° anniversario di ordinazione, nella cui prefazione l’allora rettore del Seminario monsignor Lucio Cilia ricordava come «negli anni segnati da interrogativi, fragilità, entusiasmi, anni decisivi nei quali l’aiuto di don Carlo è stato prezioso, la sua parola ci ha sostenuto nel dire sì al Signore e diventare preti nella Chiesa di Venezia».
Nonostante l’età a don Carlo ci si sente ancora di poter chiedere: programmi futuri?. «Stare qui in parrocchia fin quando potrò e comunque sarò sempre disponibile in qualsiasi parrocchia, ove ci sarà bisogno».
Gino Cintolo