«Le parole di Gesù ci fanno capire che cresce e si fa grande solo chi è umile»: il Patriarca Francesco parla dell’umiltà secondo il Vangelo e pensa ad Albino Luciani.
Oggi, sabato 3 settembre, mons. Moraglia ha presieduto in San Pietro, a Roma, l’Eucaristia che suggella il pellegrinaggio delle tre diocesi di Venezia, Belluno e Vittorio Veneto in occasione della beatificazione di Luciani, il cui rito si terrà domani, guidato da Papa Francesco.
La liturgia in Basilica è propizia per riflettere sul Vangelo del giorno e sul motto “Humilitas” a cui il Patriarca divenuto Pontefice con il nome di Giovanni Paolo I intonò tutta la vita: “Chi è più grande – dice Gesù – chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve”.
Anche il ministero sacerdotale, rileva il Patriarca Francesco, è umiltà: «È dono della misericordia di Dio, è risposta ad una chiamata; il ministero non è un’autopromozione in cui il protagonista è l’io di chi viene chiamato ma l’amore di Dio che chiama. Tutta la vita di Albino Luciani, nelle sue differenti stagioni, ha testimoniato tale modo di incarnare ed esercitare il ministero».
L’essenziale e l’umiltà si sposano e l’hanno fatto in Albino Luciani: «Annunciare la Verità non è un’operazione astratta, è presentare la persona di Gesù Cristo. La Verità, infatti, ci è affidata e non è un prodotto dell’umano sapere o il frutto delle nostre risorse personali, non è a nostra disposizione e non coincide con le aspettative personali, non di rado espressive del modo comune di pensare del nostro mondo».
E umiltà, continua la meditazione del Patriarca di Venezia, non significa distacco dal mondo, ma un atteggiamento di vicinanza generosa: «Oggi viviamo in un contesto frutto dell’alleanza fra la tecno-scienza, i grandi capitali (nelle mani di élite) e i media che impongono una concezione dell’uomo opposta a quella del Vangelo. Il ministro – come fu Giovanni Paolo I – deve essere generoso, vicino agli uomini e alle loro fragilità, ma consapevole che “Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre!” (Eb 13,8) ed amarlo vuol dire annunciarlo non vergognandosi di lui».